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Tasse: si prevede di recuperare 12 miliardi di evasione nel 2024 perché nel PNRR. E se non funzionasse?
Nel 2024, è previsto un impegno per ridurre ulteriormente l’evasione fiscale di 12 miliardi di euro, un obiettivo collegato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel corso di un’audizione al Senato sulla legge di bilancio tenutasi martedì 14 novembre, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha reso noto che il Superbonus rappresenta un’ondata negativa per i conti pubblici, registrando un aumento di 4,2 miliardi solo nel mese di ottobre rispetto a settembre.
Tra gli obiettivi fiscali rimane la necessità di ridurre il tax gap evasione. Nel 2024, l’Italia si propone di abbassare il valore del tax gap cristallizzato nel 2019 (79 miliardi) del 15%, un obiettivo che non ha subito revisioni nonostante i tentativi del Ministero dell’Economia di ridurre la soglia rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Giorgetti, rispondendo alle critiche sulla gestione dell’evasione fiscale, ha sottolineato l’importanza di ridurla strutturalmente per sostenere l’ammodernamento del Paese, liberando risorse pubbliche per ridurre la pressione fiscale.
In realtà il problema dell’evasione fiscale è molto più complesso di quanto appaia alla moralistica visione superficiale:prima di tutto il “Tax gap” si è ridotto negli ultimi anni:
Inoltre una serie di servizi scomparirebbero direttamente se venisse applicato il peso fiscale completo. Paradossalmente la lotta all’evasione potrebbe portare a una riduzione del PIL.
Per quanto riguarda il Superbonus, Giorgetti ha evidenziato la richiesta di proroga per i lavori e ha criticato la disposizione come un’ “emorragia” finanziaria che continua a colpire la finanza pubblica. Ha sottolineato la necessità di prestare attenzione alla possibile riclassificazione da parte di Eurostat, avvertendo che le decisioni prese nel 2023 e nel 2024 devono essere differenti per evitare una riscrittura più prudente e restrittiva della manovra, nel caso in cui i criteri del “payable” vengano applicati anche nel 2024.
Certo, il MEF avrebbe potuto affrontare in modo diverso il problema, ritardando nel tempo la paagabilità in cambio di una maggiore cedibilità, ma questo avrebbe comportato una flessibilità ideologica che, per ora, non è riscontrata.
Quanto alla legge di bilancio, Giorgetti ha difeso le scelte del governo, descrivendola come austera ma orientata a proteggere i redditi bassi. Ha affrontato la questione delle pensioni dei medici come un problema in discussione, mentre sull’aumento dell’IVA per i prodotti per l’infanzia ha riconosciuto che i dati indicano che la misura non ha beneficiato i consumatori, in quanto il margine dovuto alla riduzione dell’imposta è rimasto all’interno della filiera della distribuzione, senza influire sul prezzo finale di vendita. Infine, il Ministro ha aperto alla possibilità di modifiche alla legge, purché rispettino l’invarianza dei saldi.
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