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Svolta storica! La Germania abbandona l’opposizione al nucleare e sigla l’intesa con la Francia. Verdi sconfitti

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La Germania ha abbandonato la sua storica opposizione all’energia nucleare, segnando un concreto riavvicinamento con la Francia sotto la guida del nuovo governo conservatore del Cancelliere Friedrich Merz. La notizia è riportata dal Financial Times.

Berlino ha comunicato a Parigi che non bloccherà più gli sforzi francesi per garantire che il nucleare sia trattato alla pari delle energie rinnovabili nella legislazione dell’Unione Europea.

Questa mossa cruciale risolve una disputa che per lungo tempo ha paralizzato le decisioni sulla politica energetica dell’UE, acuita dalla crisi seguita all’invasione russa dell’Ucraina.

Funzionari di entrambi i Paesi definiscono l’approccio tedesco “molto pragmatico” e parlano di un “cambiamento epocale”. L’obiettivo è rimuovere “tutti i pregiudizi contro il nucleare” presenti nella legislazione europea.

Centrale nucleare

Centrale nucleare tedesca, ormai chiusa

Questo rovesciamento coincide con l’interesse del Cancelliere Merz nell’esplorare la possibilità per la Germania di unirsi allo “scudo nucleare” francese come deterrente strategico contro future aggressioni russe.

Un passo visto da molti analisti come un “riavvicinamento benvenuto” che faciliterà le discussioni energetiche a livello UE.

La svolta tedesca fa parte degli sforzi di Merz per rilanciare la cooperazione franco-tedesca, essenziale per i progressi a livello comunitario.

Merz, critico nei confronti della decisione tedesca di uscire dal nucleare presa sotto la sua rivale di partito Angela Merkel nel 2011 e proseguita con la chiusura delle ultime centrali sotto Scholz, ha più volte sottolineato come questa scelta abbia privato la Germania di elettricità a basso costo e affidabile.

Sebbene non preveda di riaprire le vecchie centrali, Merz ha promesso investimenti in nuove tecnologie, inclusi i piccoli reattori modulari (SMR) e la fusione nucleare.

La nuova intesa franco-tedesca sull’energia si inserisce in un contesto di rinnovato interesse per il nucleare a livello europeo, esploso dopo che i prezzi del gas hanno raggiunto livelli record in seguito alla guerra in Ucraina. Mentre l’Austria rimane l’unico Stato membro strettamente antinucleare, Paesi come Paesi Bassi e Belgio hanno già rivisto i loro piani per la dismissione.

Dodici Stati membri con reattori nucleari hanno di recente scritto alla Commissione Europea chiedendo di riconoscere la “complementarità” tra nucleare e rinnovabili e spianare la strada agli aiuti di Stato per i progetti atomici.

In passato, la Germania, forte sostenitrice delle rinnovabili, si era a lungo opposta alla spinta di Parigi per etichettare l’energia atomica come “verde“. Le preoccupazioni tedesche derivavano in parte dal timore di un vantaggio competitivo per l’industria francese, che dipende per circa il 70% dal nucleare, mentre l’industria tedesca lottava con gli alti prezzi del gas.

Un fattore chiave che rende ora possibile questo radicale cambio di rotta è l’assenza del Partito Verde, fortemente ideologizzato contro il nucleare, dall’attuale coalizione di governo guidata da Merz.

Questo contrasta nettamente con la situazione sotto il precedente governo Scholz, dove i Verdi avevano un peso politico significativo che rendeva difficile qualsiasi apertura sul nucleare.

Il precedente stallo aveva portato a lunghe dispute sull’inclusione della terminologia “basse emissioni di carbonio” (spesso usata come sinonimo di nucleare) nei testi legali UE, in particolare quelli relativi alle energie rinnovabili e alla produzione di idrogeno, considerato cruciale per la decarbonizzazione dell’industria tedesca.

Ora, la nuova posizione della Germania implica che l’idrogeno prodotto da energia nucleare sarà trattato alla pari di quello prodotto da fonti eoliche o solari nella legislazione UE.

L’obiettivo comune, come dichiarato dal Presidente francese Macron, è porre fine a “tutte le discriminazioni a livello europeo contro le energie a basse emissioni di carbonio, siano esse nucleari o rinnovabili”.

L’apertura al nucleare è stata possibile solo per il parziale cambiamento politico in Germania, con l’esclusione dei Verdi dalle leve del potere. Comunque troppo poco per l’indipendenza energetica tedesca, che richiederebbe ben altra decisione.


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