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La Germania punta a un piano B di armi nucleari con la Francia

La Germania punta a creare un “PianoB” nucleare usando le armi francesi. Parigi è disponibile a condividere, o quasi cedere, la propria forza nucleare?

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Sottomarino LeTriomphant SSBN-13
Sottomarino LeTriomphant class SSBN-13

La Germania inizia ad avvertire la propria condizione di vaso di coccio fra vasi di ferro, per aver voluto iniziare una competizione economico-politica con una serie di attori internazionali che agiscono su ben altra scala, come Russia, Cina e Stati Uniti.

La Germania, con la propria economia basata sul basso costo energetico, pensava di poter agire come un gigante politico usando l’export, l’euro, l’economia basata sul basso costo dell’energia russa e la retorica ambientalista al posto delle divisioni corazzate. Ora i nodi sono venuti al pettine.

La Germania ha preso una forte posizione anti russa, per cui Mosca da alleata è diventata, nell’arco di due anni, una minaccia. Nello stesso tempo però il tempo dei presidenti Dem alla Biden e alla Clinton, che vedevano nella UE un territorio da controllare, ma anche da proteggere con lo scudo nucleare, sembra tramontare nell’ottica di un Trump, che ha una visione completamente diversa della Nato.

Dal punto di vista americano, l’importanza strategica dell’Europa è diminuita, anzi è quasi nulla,  perché la Cina, e non Mosca, è il rivale politico globale. L’investimento economico tedesco in Cina viene visto con ostilità. La costruzione di armi nucleari da parte di Pechino significa che per la prima volta gli Stati Uniti si trovano di fronte a due potenze nucleari, la Russia e la Cina. Questo potrebbe diminuire la sua volontà e capacità di essere un difensore credibile dei suoi alleati. Perché Washington dovrebbe difendere quello che, comunque, controlla?

Berlino è scoperta

In questa situazione Berlino è scoperta. La Germania, come Italia e Spagna, spendono meno del 2% nella difesa per cui, con Trump (o un altro repubblicano trumpiano…) presidente non avrebbero copertura. Quindi ecco l’idea che sta circolando in Germania, presentata dalla FAZ: al fianco del Piano A, appoggiarsi alla NATO nella sua struttura attuale, impostare un Piano B che prevede una dissuasione nucleare europea, un secondo pilastro simile a quello USA. Insomma la Germania vuola la bomba. 

La Germania ha bisogno di un piano B che offra una riassicurazione nucleare: a breve termine per l’emergenza di un ricatto di Trump, a lungo termine come parte di un’unione europea di autodifesa.

È qui che, come sempre nota la FAZ,  entra in gioco il Trattato di Aquisgrana, che Germania e Francia hanno firmato nel gennaio 2019. L’articolo 4 del trattato recita: “In caso di attacco armato sul loro territorio, si presteranno reciprocamente tutta l’assistenza e il sostegno possibili, compresi i mezzi militari”. Questa clausola di assistenza reciproca è più vincolante di quella del trattato NATO, ma lascia aperta la questione se i mezzi militari includano anche le armi nucleari francesi.

Ecco cosa dice la FAZ:

Il piano B può trarre vantaggio da questa situazione. La Germania dovrebbe finalmente accettare l’offerta del Presidente Macron di discutere il ruolo delle armi nucleari francesi nei confronti di terzi. A quel punto bisognerà vedere se sarà disposto a dare garanzie sul fatto che i mezzi militari citati nell’articolo 4 includano tutti, comprese le forze nucleari francesi. Entrambe le parti potrebbero quindi fare pubblicamente questa precisazione.

L’obiettivo che vede Berlino è quello di una collaborazione sempre più stretta, strategica, a lungo termine fra le due parti. La Francia dovrebbe essere disposta a condividere la propria “Force de frappe”, circa 300 testate nucleari disponibili in vario modo, perché, essendo vicini, un attacco a Berlino sarebbe anche una minaccia gravissima a Parigi.

Ovviamente però questo, nel tempo, metterebbe in evidenza un po’ di problemi:

  • prima di tutto Parigi vorrebbe una compartecipazione economica di Berlino al sostegno della forza di dissuasione che non è gratis, ma costa circa 5 miliardi di euro all’anno. Parigi vorrebbe o una copertura diretta del costo oppure il pagamento, in compensazione , su altri progetti. Comunque non può pensare di avere lo scudo nucleare gratis;
  • questo anche perché comunque sarebbe necessario procedere ud un rinnovamento e rafforzamento della flotta, ora diventata comune. Gli investimenti miliardari comunque ci sarebbero.
  • la Germania è un partner molto ingombrante per la Francia, sia per ragioni storiche, sia perché si porterebbe dietro anche un’area centro-europea che, economicamente e demograficamente, alla fine schiaccerebbe Parigi. La Germania, che ha già un PIL molto suepriore e 20 milioni di abitanti in più, si porterebbe dietro Paesi Bassi e Austria. Alla fine la geniale fusione diventerebbe un acquisto indiretto dell’arma nucleare francese.
  • il discorso dà per scontato che Macron sia in eterno presidente francese. Siamo sicuri sarà così?

Anche in questo caso, come malamente successe per l’Euro, la Francia potrebbe accettare il patto solo se l’alleanza venisse riequilibrata dalla presenza dell’Italia o della Spagna o di entrmabe. Però la domanda che questi paesi dovrebbero farsi, a questo punto, dovrebbe essere: che vantaggio si ha dall’essere soci di minoranza in un’alleanza con i vicini rispetto a quella con una potenza a qualche migliaio di chilometri di distanza? Perché, comunque, non sarebbe un’alleanza alla pari.


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