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Analisi e studi

STATO DI TERRORE PERMANENTE (di Giuseppe Palma)

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Ci sono attualmente in tutta Italia 65 persone ricoverate in terapia intensiva. In pieno lockdown, nel punto più alto della crisi, ne abbiamo avute circa 4.000.

Insomma, il peggio è passato. Nel frattempo abbiamo fatto passi in avanti nella ricerca e nella prevenzione. Dalla cura del plasma, che ha una percentuale molto alta di guarigione, all’uso dell’eparina, utile non per guarire ma per evitare le morti di marzo. Non solo. Ad oggi, sono più che raddoppiati i posti letto in terapia intensiva: da 5.179 di fine febbraio a 11.109. E altri ne saranno realizzati.

Se anche il virus tornasse, non è necessario nessun nuovo lockdown. La seconda ondata può essere affrontata con mezzi ordinari e non più eccezionali.

Nonostante ciò, non passa giorno che qualcuno non semini il terrore: il virus sta tornando, il virus è dietro l’angolo, ci sono nuovi casi di contagio, c’è troppa gente al mare, troppa movida, non è escluso un nuovo lockdown.

Membri del governo, del comitato tecnico-scientifico, delle task-force e di alcune organizzazioni sovranazionali continuano a seminare il terrore, un giorno sì e l’altro pure. I giornaloni di regime fanno da megafono, pronti a scatenare il panico.

Eppure sono stati proprio i membri del comitato tecnico-scientifico a sbagliare finora ogni previsione, come quando a fine aprile dissero che – se si fosse riaperto tutto – a giugno avremmo avuto 150.000 ricoverati in terapia intensiva. A luglio ne abbiamo appena una sessantina.

Sono stati proprio questi “scienziati”, bisognosi dello stato di emergenza permanente per aumentare la propria visibilità televisiva e incentivare la propria carriera professionale, a consigliare a Conte di prorogare lo “stato di emergenza” fino a fine anno. Grazie alla protesta degli Uomini liberi, al momento la proroga non c’è stata. Vedremo cosa accadrà.

Finché c’è virus, c’è speranza. Finché c’è il terrore, c’è la speranza del virus.

Questa continua diffusione del terrore produce effetti devastanti alla libertà personale di ciascun individuo. La libertà non è più una cosa ovvia, purtroppo. Non è più un diritto naturale. Essa dipende dal numero dei contagi e dei ricoveri. Un virus polmonare decide quando e come essere liberi o tornare agli arresti domiciliari. Ci tengono sotto scacco tutti i giorni, influendo sulla nostra testa: viviamo nel terrore, un terrore dosato a tavolino dai sostenitori di un ritorno del virus. Siamo semplicemente carne da macello.

La nostra è ormai una libertà vigilata e lo sarà per molto altro tempo ancora. Non si torna più indietro da questo epocale esperimento sociale di mutamento antropologico. Solo un sollevamento degli Uomini liberi potrà ripristinare la libertà conosciuta fino al 20 febbraio. Diversamente, il nostro cervello si abituerà allo stato di eccezione permanente.

Ma questi “signori del virus” nulla potrebbero se nel Paese non esistesse una consistente fetta di popolazione che tifa per un ritorno del virus: i tifosi del virus. In fin dei conti, che ce ne facciamo della libertà se possiamo starcene comodamente sul divano mentre in cucina si frigge il pesce o si fa la pizza? Tutti sul balcone a cantare! Tanto per lo stipendio assicurato a fine mese c’è sempre lo smart-working, che il governo ha prolungato fino a fine anno.

Non importa a nessuno se il terrore, ben coadiuvato da protocolli e linee guida demenziali adottati dal governo su suggerimento delle task-force, produce la devastazione di milioni di partite Iva e attività d’impresa. Più del 50% delle attività commerciali non ha più riaperto, e chi ha avuto il coraggio di alzare la saracinesca si ritrova con l’incasso più che dimezzato a costi fissi invariati. Con le tasse non rinviate. Le scadenze fiscali di lunedì dovranno essere rispettate.

Nel frattempo il governo consente (e incentiva) lo sbarco di centinaia di persone provenienti dall’Africa, alcune delle quali sono state trovate positive al virus. Che senso ha tutto questo?Perchè lo fai?“, cantava qualcuno negli Anni Novanta.

Non ci lasceranno vivere in pace, saremo tutti i giorni terrorizzati dall’ipotesi di un nuovo lockdown. Finché, col cervello a pezzi, ci consegneremo a qualsiasi cosa ci imporranno pur di riottenere un briciolo di libertà in più.

Dallo “stato democratico” allo “stato di terrore terapeutico”: è bastato un attimo. A consegnarci non i tiranni, ma gli “strillatori di libertà“. Sono stati loro i primi a spalancare le porte a questa moderna forma di dittatura.

Giuseppe PALMA

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Consigli letterari:

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese“, Historica edizioni.

Qui i link per l’acquisto:

http://www.historicaedizioni.com/libri/democrazia-in-quarantena/

https://www.ibs.it/democrazia-in-quarantena-come-virus-libro-paolo-becchi-giuseppe-palma/e/9788833371535

https://www.mondadoristore.it/Democrazia-quarantena-Come-Giuseppe-Palma-Paolo-Becchi/eai978883337153/

https://www.libreriauniversitaria.it/democrazia-quarantena-virus-ha-travolto/libro/9788833371535

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