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È ancora possibile invertire la tendenza a tagliare la spesa pubblica? (VIDEO)

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FERMIAMO IL DEBITO PUBBLICO
STOP ALLA SPESA PUBBLICA

 


Quelli che vediamo rappresentata nel video sono esempi di spesa pubblica che normalmente viene scambiata per debito pubblico.

Ho deciso di utilizzare le stesse ambiguità del pensiero liberista e del comune modo di intendere il debito pubblico, così da arrivare in maniera più immediata al bersaglio e allo stesso tempo inchiodare la propaganda alla stessa logica che usa per demonizzare la spesa pubblica e propagare disinformazione e confusione sul tema.

Il punto è che, non con le tasse, ma attraverso la spesa pubblica, ci vengono forniti i servizi.

Le tasse servono sì ad ammortizzare i costi di gestione dei servizi, ma in particolare a togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno oppure a contrastare l’inflazione e in generale a mitigare i vari squilibri che si verificano all’interno dell’economia di mercato, ma tutti questo non ha niente a che vedere con la spesa in opere e servizi pubblici.

Infatti uno Stato capace di creare la moneta da solo, perché mai dovrebbe chiederci i soldi per fare le cose?

In realtà il debito pubblico è una voce di bilancio che somma tutte le emissioni di moneta (nuova o attraverso i prestiti) che lo Stato fa all’atto di emettere titoli di Stato.

La spesa pubblica se fatta in deficit, cioè spendendo di più di quanto lo Stato non incassi con le tasse, quando si accumula nel tempo, genera il debito pubblico.

 

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Il debito pubblico in sintesi è la somma dei titoli emessi dallo Stato, inclusi gli interessi.

Quindi se mai il problema non è tanto il fatto che servano le opere pubbliche – TANTO SE NON LEFA LO STATO LE FARANNO I PRIVATI SU CUI CI FANNO PROFITTI a nostre spese CHE LO STATO NON FA (vedi l’istruzione); ma se mai il fatto o che la moneta viene creata a debito oppure che ci ostiniamo a credere che il concetto di debito pubblico sia un male.

La differenza tra la visione occidentale (europea in particolare) e quella giapponese (ad esempio) è proprio questa.

In Europa abbiamo adottato la visione tedesca su qualunque cosa.

I termini DEBITO e PECCATO in tedesco si sovrappongono.

Questa è la radice culturale su cui si fonda la valenza morale del debito pubblico che altro non è che una voce di bilancio.

Una questione contabile, non morale.

L’esempio della Grecia è l’evidenza più lampante dell’ipocrisia europea.

La Grecia non è stata massacrata per salvare i conti pubblici, ma per salvare le banche tedesche e francesi, ma non solo, dai prestiti privati che i cittadini greci non erano più in grado di rimborsare.

Sono stati prestati soldi degli altri contribuenti europei alla Grecia per salvare le banche francesi e tedesche dal fallimento.

Questo debito complessivo è stato poi scaricato sui greci che dopo averli ripagati, anche con la cessione di porti e aeroporti proprio alla Germania, oggi hanno un debito pubblico più alto di allora.

Con la differenza che le riforme la rime e sangue hanno ripagato le banche.

Il debito pubblico greco era il 150% sul PIL.

Nel 2010 il debito pubblico greco era il 150% sul PIL.
Oggi è a quasi 200%, eppure tutti gioiscono perché la Grecia ce l’ha fatta; sì a salvare Francia e Germania!
Invece le uniche che ce l’hanno fatta sono state le loro banche.

Sommando i proprietari di una casa, di un capannone, di una azienda o di un tornio su cui pende un mutuo e un debito raggiungiamo la maggioranza della popolazione; quella necessaria a cambiare le cose (se avessimo un progetto comune ben chiaro).

Dubito che esista qualcuno di questi che voglia mettere a repentaglio la propria esistenza per un ideale.

La restante popolazione è un dipendente pubblico oppure un disoccupato che sta dalla parte degli stessi che gli hanno tolto il lavoro o gliel’hanno precarizzato e di quelli che gli hanno fatto esplodere le bollette in mano, perché in cambio puntano al reddito di cittadinanza; il resto sono briciole: tutta gente al sicuro che avrebbe tutto da perdere da una rivoluzione.


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