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Spagna: 51 ex militari firmano una lettera contro il nuovo governo Sanchez, mentre trema anche il rating

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Il nuovo governo Sanchez, che vede alleati socialisti del PSOE, estrema sinistra di Sumar, autonomisti baschi e indipendentisti catalani, ha ricevuto la fiducia, ma inizia fra mille polemiche.

Iniziamo con la notizia della lettera-manifesto dell’associazione degli ex militari spagnoli, firmata da 51 alti ufficiali, in cui si attacca duramente il nuovo governo accusandolo di attentare all’unità dello stato spagnolo e all’onorabilità e alla capacità operativa delle forze armate.

Il documento è molto duro, con la richiesta di destituzione del governo Sanchez:

Tenuto conto che l’articolo 8.1 della nostra Costituzione recita in relazione alle missioni delle Forze Armate, oltre a garantire la sovranità e l’indipendenza della Spagna e la difesa della sua unità territoriale, a difendere l’ordine costituzionale, che riteniamo in serio pericolo a causa della mancanza di indipendenza della magistratura, della disuguaglianza dei cittadini spagnoli di fronte alla legge e alla possibile rottura dell’unità della Nazione spagnola, questo gruppo di ex membri delle Forze Armate, oggi in pensione, preoccupati per il futuro della Spagna, alziamo la nostra voce in questo MANIFESTO e chiediamo loro responsabile della difesa dell’ordine costituzionale, della destituzione del Presidente del Governo e dell’indizione delle elezioni generali, che sottoponiamo alla considerazione dei cittadini spagnoli per impedirlo e per renderli consapevoli della gravità della situazione attuale situazione.

Un appello durissimo che è avvenuto nel giorno in cui decine, se non centinaia di migliaia, di persone si sono radunate in piazza per protestare contro un governo che viene visto, da molti, come un tradimento dell’unità nazionale. Ecco le immagini delle proteste

 

Per fortuna che il manifesto è firmato da ex militari, perché se fosse stato scritto da militari ancora attivi ci sarebbe, seriamente, da pensare a un golpe militare.

Questa non è l’unica notizia negativa per il neonato governo Sanchez. L’arrendevolezza alle richieste della sinistra e degli indipendentisti mettono in dubbio la solidità del bilancio spagnolo secondo quanto affermato dall’agenzia di rating Moody’s, con un aumento nella rischiosità politica del debito e una pericolosa spinta all’irresponsabilità di bilancio per le comunità locali.

Il problema è che le varie regioni hanno chiesto sempre più autonomia finanziaria, allargandola anche al campo della previdenza, ma né i Paesi Baschi né la Catalogna possono pagare le pensioni con l’attuale incasso dei contributi, nonostante il loro desiderio di rompere il fondo unico di previdenza sociale. Quindi le due regioni vorrebbero l’autonomia, ma anche i soldi dallo stato centrale e dalla fiscalità generale. Una strada un po’ troppo semplice per l’indipendentismo, pagato da qualcun altro.

 


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