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Seconda eruzione in sei settane del vulcano Marapi in Indonesia: avrà effetti sul clima?

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Il vulcano Marapi in Indonesia ha eruttato domenica, con cenere che si è sollevata per 1.300 metri (4.300 piedi) dal picco sei settimane mese dopo un’eruzione fatale, secondo l’agenzia geologica del paese.

Il vulcano nella provincia di Sumatra occidentale ha eruttato almeno due volte alle 0337 GMT di domenica, ha dichiarato l’agenzia, invitando ad evacuare le persone nel raggio di 4,5 km  dal centro dell’eruzione, con la possibilità di colate di lava nei fiumi e nelle valli.

“In caso di pioggia di cenere, invitiamo i residenti a utilizzare maschere per prevenire malattie respiratorie”, ha dichiarato l’agenzia.

A dicembre vi era stata un’altra alluvione con più di 20 persone  uccise dopo l’eruzione del Marapi, uno dei vulcani più attivi di Sumatra, che ha emesso nuvole grigie di cenere alte fino a 3 km.

L’Indonesia si trova a cavallo dell'”Anello di Fuoco del Pacifico“, un’area ad alta attività sismica che si estende su più placche tettoniche.

Le ceneri vulcaniche prodotte dall’eruzione di domenica hanno ricoperto le case vicine, i veicoli e le tende di evacuazione allestite dall’agenzia locale per i disastri. Alcuni residenti si sono recati in strutture sanitarie per un controllo delle vie respiratorie e le autorità hanno distribuito maschere.

Possono queste continue eruzioni cambiare il clima? La cenere vulcanica o la polvere rilasciata nell’atmosfera durante un’eruzione oscurano la luce solare e causano un raffreddamento temporaneo. Le particelle di cenere più grandi hanno un effetto limitato perché cadono rapidamente dall’aria. Le piccole particelle di cenere formano una nube scura nella troposfera che oscura e raffredda l’area direttamente sottostante. Ma gli effetti possono essere molto più pesanti se le particelle più leggere raggiungono la stratosfera, diffondendosi in modo ampio in tutta l’atmosfera.

Nel 1816 il vulcano indonesiano Monte Tambora eruttò mandando una grand quantità di materiale leggero formando una grande nuvola che si diffuse ampiamen te arrivando sino al Nord America e all’Europa. Il calo delle temperature durante l’estate 1816 fu notevole, valutato intorno ai 15 gradi m tanto che il 1816 fu noto come “L’anno senza estate”. I raccolti furono ampiamente insufficienti, scatenando carestie in tutto il mondo e quindi fame e morte.

Questo non sembra essere il caso, ma comunque il clima resta in mano di eventi poco prevedibili e, soprattutto, poco controllabili negli effetti.

 


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