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Se la Commissione Von Der Leyen entra nell’agone politico come un rugbista, viola i regolamenti si deve preparare a fare i fagotti

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Nell’Unione Europea dove il concetto di “Democrazia” si sta estraniando sempre di più da quello di voto popolare liberamente espresso per avvicinarsi a quello di accettazione da parte dei poteri forti, la presidente della Commissione Von Der Leyen ha preso una posizione che l’ha messa in contrasto con i concetti di democrazia in primis e con i trattati europei in secundis.

Che ha detto la Von Der Leyen? Alla domanda su cosa farebbe la Commissione nel caso se vi fosse un governo di “Putiniani” in Italia, cosa che è fuori dal mondo (nessuna forza politica potenzialmente di governo, nessuna, appoggia Vladimir Putin) ha risposto : “Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria“. Parole che sono peggio di un delitto politico, che comunque sono, perché sono un errore: Svezia, Polonia e Ungheria hanno visto la propria popolazione votare in modo legittimo, controllato anche da osservatori internazionali, e nessuno ha messo in dubbio i risultati. I governi che ne risultano, o che ne stanno risultando, godono di una piena legittimazione popolare. La loro politica può piacere o meno, ma NON sono governi illegittimi. Tra l’altro pochi paesi hanno preso una posizione fortemente anti-russa come la Polonia. Nonostante questo alla Von Der Leyen non vanno bene perché non rappresentano il potere politico che l’ha nominata: una maggioranza catto-comunista a guida tedesca con delle forti sfumature verdi. Mettendosi in gioco politicamente deve anche prepararsi a risponderne politicamente e se Italia, Svezia e Spagna cambiano maggioranze allora anche lei deve, ad un certo punto, prepararsi ad andare a casa.

Tra l’altro con le sue parole la Presidente della Commissione ha violato il Codice ((2018/C 65/06)) che fissa i principi guida che devono dirigere i comportamenti dei membri della Commissione: questi, all’articolo due punto 5, affermano che “I membri rispettano la dignità della loro funzione e non agiscono né si esprimono, attraverso qualsiasi mezzo, in maniera tale da influire negativamente sulla percezione dell’opinione pubblica riguardo alla loro indipendenza, alla loro onestà e alla dignità della loro funzione”. Questo è un caso evidente di espressione che ha avuto una ricaduta negativa sulla Pubblica Opinione.

La Presidente della Commissione è stata poi costretta a rettificare, ma ormai il danno è fatto e la rettifica suona come una mezza conferma. Il suo comportamento non è che la certificazione di un pregiudizio politico che percorre tutta la commissione e che vede proprio nei vertici, presidente e vicepresidenti, la propria espressione più pura. Però attenzione che le cose stanno cambiando nella politica e nella pubblica opinione europea e lei, accettando un ruolo politico, accetta inequivocabilmente di mettersi in gioco, e la strada rischia di essere più stretta di uno dei suoi golfini.

 


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