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Se il green pass non può esistere sul trasporto pubblico, resta solo una buffonata

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“L’introduzione del green pass su treni a lunga percorrenza, aerei e navi ha funzionato molto bene ma non lo si può imporre sul trasporto pubblico locale semplicemente perchè dal punto di vista organizzativo non sarebbe gestibile”.Parole del ministro per le infrastrutture Enrico Giovannini, ad Agora’, spiegando che di questo “ne abbiamo discusso con le regioni e abbiamo ritenuto di non introdurlo anche perché sarebbe difficile fare i controlli”. Chiunque prende un bus urbano extraurbano, un treno locale o una metropolitana glielo avrebbe detto da tempo!

Pertanto “abbiamo concordato che nella prima fase i controllori opereranno a terra, per evitare ad esempio di far salire le persone quando il bus è pieno”.  Una richiesta – precisa – che “ci è arrivata proprio dai comuni, perché le aziende di trasporto sono in difficoltà’”. Anche qui il “Seigneur De La Palisse” è passato un attimo al ministero e gli ha scritto l’intervento TV: Già i controlli sui biglietti non pagati sono scarsissimi, immaginiamoli vederli ad ogni fermata del bus a  contare chi entra e chi scende. Qualsiasi persona  con un minimo di realismo si sarà messa a ridere

Il ministro ha però rivendicato lo stanziamento di “oltre 600 milioni per potenziare i mezzi pubblici” cioè praticamente nulla,  assieme al rafforzamento delle “regole per il riempimento”, tutta fuffa, se poi nessuno controlla. Però ha imposto la creazione dei “Mobility manager”, l’ennesima funzione inutile in assenza di bus, tram e carrozze ferroviarie adeguate. Sono centinaia le foto con persone pressate sui bus, sulle metropolitane o sui treni locali.

Questa è la logica del governo burocratico: si impone tampone o vaccinazione se si sale su un bel Freccia Rossa o su un aereo, dove si è comodi, abbastanza distanziati o comunque potenzialmente distanziabili, in vetture e fusoliere moderne e ben arieggiate, dove, comunque, la maggioranza degli italiani non viaggia tutti i giorni. Invece non si fa praticamente nulla, e non si esercitano controlli seri, per quei trasporti in cui si viaggia quotidianamente, in modo affollato, su mezzi talvolta obsoleti e senza areazione. però il burocrate è contento: la sua brava pratica è stata svolta, si è fatto finta di fare qualcosa ed il suo cuore è soddisfatto.  Tutto questo comunque mostra l’ipocrisia totale della vicenda Green Pass


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