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Science Magazine: il siero da convalescenti copre da molte varianti del Covid-19

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Dopo mesi si torna a parlare del siero iper- immune e dei suoi potenziali vantaggi in un articolo, pubblicato su Science Magazine, con uno stuoli di ricercatori associati per i quali rimando all’articolo stesso e che coprono numerose università.

Lo studio ha analizzato l’efficacia del siero ottenuto da convalescenti nella cura di diverse varianti di Covid-19, tra cui alcune variante attualmente molto temute.

Il sangue di 22 soggetti convalescenti che si sono ripresi dall’infezione da SARS-CoV-2  e stato   selezionato per l’isolamento degli anticorpi.  La sperimentazione ha messo in evidenza come gli anticorpi contenuti nel siero  era in grado di contrastare molte varianti del virus  inclusi B.1.1.7 (variante “Inglese” o Alfa), B.1.351, B.1.427, B.1.429, B.1.526, P.1, P.2 (Variante “Brasiliana”), B.1.617.1 e B.1.617.2 (Delta e Kappa), il tutto nonostante il virus di partenza a cui le persone erano state immunizzate, fosse molto simile a quello originario.

Lo studio dimostra che i soggetti convalescenti precedentemente infettati con la variante ancestrale SARS-CoV-2 producono anticorpi che neutralizzano in modo incrociato i ceppi emergenti, anche quelli  alta potenza. Purtroppo fra le varianti studiate, per quanto riguarda l’efficacia delle cure, manca la variante C37 o “Lambda”, anch’essa preoccupante. Comunque lo studio rilancia una terapia che molte parti volevano ormai morta, ma che potrebbe tornare utile per le nuove varianti resistenti ai vaccini.

Un  specie di piccola rivincita postuma per il professor Di Donno, che studiò e applicò la terapia con siero autoimmune in Italia. Un vero peccato che non possa più leggere di persona lo studio.


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