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Scholz, Draghi e Macron vogliono l’Ucraina nella UE. Bene, chi paga?

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Il viaggio di Macron, Scholz e Draghi a Kiev, a trovare Zelensky, ha portato tanta solidarietà e tante parole, ma, alla fine, ben poco di pratico. Niente carri armati, niente armi pesanti, un camion di solidarietà e il magnifico impegno di appoggiare la domanda di accesso dell’Ucraina nella UE.

Un impegno più che altro di bocca, dato che queste decisioni sono prese all’unanimità per cui iol dinamico trio può impegnarsi a tutto quel che vuole che domani la Croazia o l’Ungheria possono bloccare tutto. Però, in fondo, per  paradosso, siamo favorevoli all’entrata dell’Ucraina nella UE.

Penserete che siamo impazziti? No , solo che l’entrata dell’Ucraina è il modo migliore per far saltare la UE come è costruita ora. Facciamo presente tre punti molto semplici:

  • prima della guerra, nel 2020, l’Ucraina aveva un PIL pari a 3115 dollari , mentre il paese più povero della UE, la Bulgaria, aveva un PIL pro capite pari a 8043 dollari. Chi paga per riempire il gap?
  • La Kvyv School of Economics valutò in 60o miliardi il valore dei danni subiti dall’Ucraina solo negli immobili. Il PIL nel 2020 era di 155 miliardi di dollari. Solo in questo settore immobiliare, ad aprile, era stato spazzato un terzo del PIL del paese. Non sembra azzardato dire che, attualmente, i danni subiti dall’Ucraina siano pari a 120 miliardi di dollari;
  • l’Ucraina è, allo stato attuale, ancora più grande della Francia a con oltre 40 milioni di abitanti. Non è uno stato secondario, ma diventerebbe di prima linea nella UE. Uno stato che, comunque, avrebbe una giustificabile profonda ostilità con una potenza mondiale;
  • Se la guerra prosegue in questo modo la previsione del primo ministro russo, per cui fra due anni l’Ucraina non esisterà più, potrebbe non essere così azzardata. Facciamo entrare nella UE un governo in esilio?

Inoltre chi si avvantaggerà dalla ricostruzione? Le solite imprese tedesche, francesi e americane, le stesse che hanno impunemente operato in Russia dopo le sanzioni del 2014, e lasciando l’Italia in secondo piano, al massimo come subappaltatore.  Perché non è un caso che le turbine che alimentano i gasdotti russi siano prodotte dalla Siemens tedesca, o le Renault fossero sino a ieri prodotte a Mosca. Noi abbiamo pagato le sanzioni del 2014 con i nostri prodotti, formaggi in testa, per lasciare che gli altri sviluppassero i loro grassi investimenti. Pensiamo di ripetere lo stesso fenomeno con la ricostruzione dell’Ucraina?

Non si può pensare di fare entrare l’Ucraina nella UE senza una profonda revisione, se non cancellazione, di tutti i fondamenti della UE, a partire dai vincoli di Maastricht, ai vincoli della BCE , che dovrebbe essere completamente ridisegnata, agli strumenti di funzionamento interno. abbiamo già pagato con le nostre tasche la riunificazione tedesca che, a confronto con la ricostruzione dell’Ucraina, è una passeggiata, come faremo a far contribuire i nostri cittadini con queste cifre enormi?  Ora, di fronte a questa sfida, è oltraggioso verso i cittadini europei anche solo immaginare un Dombrovskis che viene a discutere del 2,4% 0 2,04% di deficit/PIL per l’Italia, per poi chiudere gli occhi sui conti con defici a due cifre degli altri Per non parlare dell’articolo 42 TEU che parla di difesa reciproca dei paesi. La UE attuale è in grado di difendere Kiev? Francamente NO.

Quindi ben venga l’Ucraina nella UE, perchè sarebbe il miglior modo per farla saltare. In realtà sarebbe meglio che i leader europei la smettessero di fare queste inutili parate a Kiev, e iniziassero a pensare ai problemi dei propri paesi, energetici in testa. Non si può fondare nulla sull’ipocrisia. 


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