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Dalla Cina scandalo che scuote il mercato delle materie prime

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Uno scandalo, riportato dalla reuters e da altri operatori internazionali, sta scuotendo da martedì il porto di Quindao, nella Cina settentrionale, con ripercussioni fortissime sul mercato delle materie prime.

Premettiamo che Quindao è uno dei tre maggiori porti della Cina ed il settimo al monto, non proprio quindi una cosa piccola….

qindao

 

Le autorità cinesi hanno bloccato i magazzini portuali e vietato lo scarico di alcune materie prime, fra cui rame ed alluminio, per verificare che le ricevute di magazzino (warehouse receipt), titoli rappresentativi della merce ivi contenuta, emesse dagli operatori locali, corrispondano effettivamente a merci depositate nei magazzini stessi.

Pare che diverse ricevute siano state presentate come collaterale per finanziamenti presso più banche. Usare il magazzino e le merci come collaterale per il finanziamento aziendale è pratica comune in Cina, ma in questo caso le stesse ricevute sono state presentate per lo sconto presso diversi istituti.  Ormai la speculazione finanziaria nella PRC sta prevalendo sulle attività produttive, portando a distorsioni fortissime.

Potrete dire “E a noi cosa importa”? La semplice chiusura di un grande porto sta portando scompiglio sul mercato locale, dove tutti stanno correndo a verificare la veridicità delle proprie polizze, e, soprattutto , ha comportato un calo sensibile sul mercato del rame e dell’alluminio.

Possiamo vederlo qui in un grafico preparato da zerohedge.

 

copper stat

 

Inoltre in futuro i dealer cinesi avranno una difficoltà maggiore ad operare a livello internazionale.

 

Saluti

 

 

 


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