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Respireremo mascherine. Cosa succede alle mascherine usate (di Debora Billi)

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“11 milioni di mascherine al giorno per le scuole”, annuncia trionfante il ministro Paola De Micheli. Qualcuno le produce, qualcuno ci guadagna. Le scuole saranno inondate ogni giorno da mascherine usa e getta che probabilmente finiranno immagazzinate in qualche sottoscala, dato che la religiosa obbedienza con cui si indossa la mascherina tende ad allentarsi col passare del tempo. Qualora ciò non accada, si troveranno mascherine gettate via ovunque: nelle aule, sui marciapiedi, sulle panchine, nei parcheggi.

Se ai 300 milioni di mascherine al mese fornite alle scuole aggiungiamo le altre decine di milioni di usate nei posti di lavoro, si arriva facilmente al miliardo di mascherine al mese (fonte: Politecnico di Torino). Una mascherina pesa 4 grammi, quindi -se non sbaglio i conti come al solito- sono 4000 tonnellate di roba da smaltire. Al mese.

E come si smaltiscono le mascherine usa e getta? Comprese quelle per uso ospedaliero, la legge prevede che vengano incenerite. In pratica, 4000 tonnellate di polipropilene, poliuretano, ed altri componenti plastici finiranno nell’aria che respiriamo. Dovremo comprarci una FFP3, per evitare di respirare mascherine!

Fino a non molti anni fa, chi si occupava di ambiente sarebbe inorridito all’idea di ricoprire il Paese con materiali usa e getta. Oggi non ci si fa caso: l’ecologismo con le trecce non prevede più il ragionamento, ma solo una vaga “protesta” tra gli applausi delle peggiori multinazionali inquinatrici. Il partito che votai -anche perché fortemente ecologista- se ne sarebbe accorto immediatamente, e avrebbe imposto una soluzione del tipo: se è proprio indispensabile imbavagliare i bambini a scuola, non è più semplice, economico, ed ecologico fornire una tantum una mascherina “di comunità” ad ogni ragazzo? Una di quelle di cotone pesante, lavabili, che offrono la stessa protezione (a sé e agli altri) delle mascherine chirurgiche, come certificato ormai da infiniti studi? Invece, nulla di tutto ciò: sprechi, appalti secretati, e incenerimenti. Anche a quel partito, probabilmente, sono cresciute le trecce.

Link originale di FB: Debora Billi


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