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Analisi e studi

Renzi è caduto nella trappola di Conte, che ha in mente il colpaccio. La soluzione è un accordo tra i due Matteo (di Giuseppe PALMA)

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In un mese e mezzo sono mutati gli equilibri politici nazionali. Complici il virus e la necessità – tipica degli italiani – di essere guidati dall’ “uomo solo al comando”. Il presidente del Consiglio gode di un consistente apprezzamento personale che, visto il personaggio, vorrà certamente tramutare in consenso politico-elettorale. Il Partito democratico, il cui unico obiettivo è quello della conservazione del potere, punterà su di lui. Idem il M5s, che privo di una guida politica credibile punterà tutto sul “salvatore della patria”. Da morti, i pentastellati potrebbero resuscitare proprio grazie a Conte. Il Pd di Zingaretti e il M5s di Crimi-Di Maio hanno trovato l’uomo a cui affidare la guida del Centrosinistra e le speranze di una resurrezione elettorale.

Ma l’incantesimo da cui Conte è stato baciato durerà solo qualche mese. Poi arriveranno i guai economici e le imprese saranno costrette ad indebitarsi con le banche (sempre che queste sgancino) senza avere lavoro né clienti. La luna di miele per Giuseppi andrà avanti fino all’autunno, poi potrebbe fare la fine di Monti. E questo Conte lo sa.

Ed ecco che – insieme alle regionali d’ottobre – Conte, Zingaretti e Di Maio potrebbero mandare il Paese alle urne anche per le elezioni politiche. Non con il proporzionale, come vorrebbe Renzi, ma col Rosatellum. Una election day autunnale che comprenda regionali, politiche e pure il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, in modo tale che il taglio non si applichi alla prossima Legislatura. Pd e 5Stelle, con a capo Conte, potrebbero insidiare il Centrodestra di Salvini. Il senatore di Rignano sull’Arno resterebbe invece a guardare, a fare da raccattapalle a Conte, che gli fregherà tutti i voti che un tempo erano di Berlusconi e che a maggio scorso finirono a Salvini.

A rischiare, infatti, è anche Matteo Salvini, che pur vincendo le elezioni politiche potrebbe ritrovarsi senza maggioranza assoluta in Parlamento (come nel 2018) e quindi costretto a rinunciare a Palazzo Chigi, accettando un compromesso con Conte, se non addirittura a ritrovarsi all’opposizione a causa di un’alleanza in Parlamento tra Conte e Forza Italia.
I due Matteo potrebbero dunque essere fritti da Conte.

Ed è qui, oggi e non domani, che M&M devono trovare una soluzione. Non c’è più tempo. Conte sa ben pensare a se stesso, si sa accreditare presso gli ambienti che contano e, senza una forte intesa tra i due Matteo, arriverà indisturbato a fine Legislatura oppure – da non escludere – cercherà di giocarsela a capo di una coalizione di Centrosinistra in elezioni anticipate autunnali.

Ed ecco la soluzione. Mozione di sfiducia a Conte presentata in Senato da Italia Viva e dal Centrodestra, di motivi ce ne sono a quintali. Giro di consultazioni al Quirinale nel corso delle quali il Centrodestra compatto e Italia Viva dovranno fare il nome di Mario Draghi. Mattarella non potrà opporre alcun rifiuto. Alla fine una parte del Pd, da sempre renziana, pur di non perdere l’abitudine di stare al governo, passerà in Italia Viva, così da raggiungere i numeri sufficienti per un governo Draghi sostenuto da Centrodestra, Italia Viva, gran parte del gruppo misto e cespugli di fuoriusciti dal Pd che finiranno nel gruppo renziano. Anche qualcuno dei pentastellati alla fine si accoderà. Non un governo tecnico, per carità, ma un governo istituzionale composto da ministri indicati dai gruppi parlamentari che ci stanno. I numeri ci sono.

A quel punto via il Mes e avanti con gli alti e persistenti livelli di debito pubblico di cui parlava Draghi pochi giorni fa, senza scaricare il peso della crisi sul già affogato sistema privato. E, soprattutto, via anche Conte. Da dietro le quinte e senza le luci della ribalta, l’abile apulo farà la fine di Yvonne la Nuit.

Non c’è più tempo. Questa operazione va fatta entro un mese, non di più. Dopo, la partita a scacchi sarà irrimediabilmente segnata.

Giuseppe PALMA


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