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RECOVERY FUND E TASK FORCE: OVVERO PIAZZARE AMICI PER MANEGGIARE SOLDI PAGATI CON IL SANGUE DEGLI ITALIANI.

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Per nascondere sotto il tappeto il MES  si cerca di tirare fuori il “Recovery Fund”, in modo divertente, dando per scontato che i due elementi siano collegati ce che quindi “Se non approviamo la riforma del  primo, non avremo il secondo”, seguendo la contiana “Logica del Pagghetto”, che, applicata in fondo, toglierebbe qualsiasi utilità e senso ai governi nazionale ed all’avvocato di Foggia stesso.

Prima di tutto: a che punto siamo con il Recovery Fund, o RRF (Resilince & Recovery facility) tradotto in italiano    o “Next Generation EU”?

Siamo l punto zero.

Anche se Conte fa finta di nulla il Bilancio UE ed il Recovery Fund, soprattutto sulla parte dei finanziamenti, è ancora al punto zero. Non è ancora stato superato il veto di Ungheria e Polonia legato al problema dello stato di diritto, anzi ci sono due diverse alternative sul tavolo, che saranno discusse alla fine di questa settimana:

a) Iniziativa interstatale a 25, lasciando fuori Ungheria e Polonia. Possibile, ma segno pessimo per la democrazia;

b) revisione delle decisioni sullo Stato di Diritto, così come richiesto dalla signora Merkel, per tornare ad una soluzione sia accettabile per entrambe i paesi, ricostruendo l’unità europea.

Qualsiasi sia il risultato, comunque ,  il Recoveri Fund non è qualcosa di immediato, ma sarà perfino sottoposto a possibili rinegoziazioni. Però facciamo finta di nulla e che vada tutto bene.

Ora Conte ha predisposto un piano di impiego che La verità ha presentato, anche grficmente, molto bene ed in modo dettagliato:

Prima di tutto siamo a 196 miliardi, perchè altri programmi (Invest EU ad esempio) sono gestiti a parte. Ora la lotta si è spostata nel controllo di questi soldi, con Conte che pensa di gestirli lui, in solitario, con le sue solite task force di centinaia di persone, e Renzi sul piede di guerra, in questo caso giustamente, affermando che esiste Parlamento e Ministeri per gestire i denari. Conte si sta trasformando in un potere , almeno a parole sue, enorme ed abnorme.

Nessuno però dice la verità su questi soldi, seminando delle illusioni o , francamente, delle BALLE.  Allora ve l forniamo noi:

  1. la parte di prestiti è costituita da… prestiti, quindi DEVONO ESSERE RESTITUITI  e, come per il SURE,  non possono essere rinnovati. Questa è una richiesta specifica, fatta sine qua non dai paesi nordici, che non volevano evitare la nascita di debito europeo permanente;
  2. la parte a fondo perduto è previsto venga finanziata sia con maggiori contributi da parte dei singoli stati , sia come “Mezzi Propri” della Commissione, cioè con nuove tasse su plastica, transazioni finanziarie, energie inquinanti etc. Al di la’ delle belle parole saranno nuove tasse sul consumo, indirette, per una realtà già tartassata.

Alla fine l’effetto economico sarà minimo, ma fa gola al DEEP STATE la gestione di questi soldi. Del resto si dice che quando passano tanti soldi, qualcuno resta sempre appiccicato, magari in modo anche legale, peer carità. Nello stesso tempo pensare che veramente questo tipo di operazioni possa portare a dei risultati economici positivi è colpevolmente illusorio, e per due semplici motivi:

  • sono tutte misure a saldo zero fra entrate ed uscite. l’unico vantaggio è un leggero gap temporale fra le due voci, ma neanche tanto elevato. Come una misura in cui le sepse sono compensate da entrate fiscali, dirette o indirette, resta un mistero;
  • gli investimenti nella “Transizione ecologica” saranno investimento a rendimento molto basso economicamente. O meglio potranno avere ritorno se legati a forti vincoli sui cittadini che si muteranno in forti contrazioni della loro capacità di acquisto. Se do incentivo per auto elttriche e aumento la benzina con le tasse avrò la transazione, ma sulla pelle degli europei. Allo stesso modo se chiudo una centrale a petrolio per sostituirla con tetti solari convenzionati avrò comunque un aumento dei costi per la comunità.

Il Recovery Fundo, o meglio RRF,  non avrà come effetto quello di rafforzare l’economia europea, ma anzi la renderà chiusa , introversa e propensa al protezionismo. L’opposto di quello che volevano i fondatori della Comunità Economica e che ha fatto crescere la ricchezza del vecchio continente sino agli anni 90.  Andremo incontro, con il RRF (o PRR…) ad una decrescita, e neppure molto felice.

 

 


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