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Produzione industriale: quarto mesi di disastro. Sarebbe necessario agire e stimolare i consumi,

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Prosegue la crisi del sistema industriale italiano, che non sembra fermarsi nonostante il calo dei prezzi energetici, e questo dovrebbe iniziare a far preoccupare il governo.

La produzione industriale in Italia è scesa dell’1,8% rispetto al mese precedente nell’aprile del 2023, la quarta contrazione mensile consecutiva e la più forte da settembre 2022, mancando le previsioni del mercato che prevedevano un’espansione dello 0,1% e sottolineando che il settore industriale è sottoposto a forti pressioni a causa dell’aumento dei costi di finanziamento stabiliti dalla BCE. La produzione si è contratta per i beni intermedi (-2,6% contro il -0,4% di marzo), i beni strumentali (-2,1% contro lo 0,7%), i beni di consumo (-0,4% contro il -1,5%) e l’energia (-0,3% contro il -1,7%). Su base annua, la produzione industriale è crollata del 7,2%, il massimo da luglio 2020.

Questa la prospettiva sui 5 anni

La crescita economica di un paese non può essere compatibile, nel medio termine con una continua progressiva decrescita industriale che, fra l’altro, è perfettamente coerente con il consumi elettrici, calati notevolmente nell’ultimo anno come notato dal sempre ottimo @durezzadelviver

 


Un calo così sostenuto della produzione industiale in un anno viene poi a porre dei problemi di produttività, legati alla famosa seconda legge della produttività di Kaldor, che invito sempre ad andarvi a leggere per non cadere nella fessa contestazione del “Calo della produttività italiana”. Per ricordarla, la produttività è direttamente correlata ai volumi della produzione, per cui meno si produce, meno si è produttivi.

Sarebbe necessario, a questo un punto, un intervento pubblico mirato per rilanciare l’industria italiana. Cosa incentivare che impedisca un eccessivo spill-over dei contributi? Energia, produzioni per l’edilizia, meccanica, abbigliamento, ma di qualità, medicale. Cosa non incentivare? tutto ciò che è finito e che importato dall’estero.

La de-industrializzaione non è una bella cosa e si protrebbe prevenirre con un’incentivazione all’automazione, anche nelle piccole realtà artigianali. Sarebbe poi necessaria semplificare tutti i processi autirzzativi e burocratici, mentre  l’impressione è che si vada in direzione opposta, soprattutto per responsabilità delle autorità europee.

 

 

 


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