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Price Cap e ritorsione russa potrebbero stimolare l’export verso l’India

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Il divieto di esportazione del greggio per i Paesi che applicano il price cap del G7, annunciato dalla Russia questa settimana, potrebbe stimolare maggiori esportazioni verso l’India, secondo quanto riportato dall’Economic Times, che cita dirigenti dell’industria indiana.

All’inizio della settimana, il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia smetterà di vendere greggio a qualsiasi acquirente che includa una clausola di price cap nel contratto. Il decreto entrerà in vigore il 1° febbraio e riguarderà anche i prodotti petroliferi. Putin, tuttavia, ha aggiunto che potrebbero essere previste eccezioni in casi particolari.

La risposta della Russia al price cap è stata descritta come una reazione alle “azioni ostili e contraddittorie con il diritto internazionale da parte degli Stati Uniti e degli Stati stranieri e delle organizzazioni internazionali che vi aderiscono”.

All’inizio dell’anno, il G7 ha deciso di imporre un tetto alle esportazioni di petrolio russo nel tentativo di soffocare le entrate petrolifere di Mosca senza danneggiare l’offerta globale di petrolio. La Cina e l’India sono state determinanti per il successo del tetto, dal momento che gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano già vietato le importazioni di petrolio e carburante russo.

L’UE si è aggiunta all’inizio del mese, imponendo un embargo sulle importazioni di greggio russo via mare. Il Giappone ha ottenuto un’esenzione dal limite massimo perché le forniture di petrolio russo sono vitali per l’economia del Paese e difficilmente sostituibili.

Invece di aderire al limite, tuttavia, sia la Cina che l’India hanno dichiarato che preferirebbero continuare a fare affari con la Russia, soprattutto perché attualmente stanno approfittando del notevole sconto a cui viene venduto il greggio russo, dopo che il mercato europeo è praticamente scomparso dalla lista dei suoi clienti.

Secondo il rapporto dell’Economic Times, la Russia potrebbe trovarsi con volumi di petrolio in eccesso e la scelta più logica sarebbe quella di offrirli a India e Cina. Quest’anno la Russia è diventata uno dei maggiori fornitori di petrolio dell’India. Insomma quando c’è un conflitto c’è sempre qualcuno che ci guadagna.


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