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Prezzi petroliferi bassi e l’Arabia potrebbe estendere i tagli di produzione al 2024

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L’Arabia Saudita potrebbe estendere i tagli volontari alla produzione di petrolio nel primo trimestre o nella prima metà del prossimo anno, ha detto mercoledì la co-fondatrice di Energy Aspects Amrita Sen, citando i prezzi del petrolio ancora troppo alti e i fondamentali ancora troppo forti. per sostenere un’inversione di tendenza.

La previsione di Sen riguarda i prezzi del petrolio, dato che i prezzi del greggio Brent erano poco sotto gli 82 dollari alle 11:01 di mercoledì, con il West Texas Intermediate (WTI) scambiato in ribasso di un punto percentuale, a circa 77,5 dollari al barile.
Il 26 novembre l’OPEC+ terrà un’altra riunione ministeriale. All’inizio di novembre, l’Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale, aveva dichiarato che avrebbe esteso i tagli volontari alla produzione di 1 milione di barili al giorno fino alla fine di quest’anno. Il Regno ha inoltre lasciato invariati i prezzi di vendita ufficiali per l’Asia per le consegne di dicembre a causa dell’indebolimento dei margini di raffinazione, supportando le previsioni di Sen.

Le decisioni saudite hanno fatto crollare i mercati a causa delle preoccupazioni sulle prospettive della domanda di petrolio, suggerendo che queste mosse hanno evidenziato l’incertezza saudita. Tale incertezza è stata aggravata quando Saudi Aramco ha riportato un calo del 23% dei profitti del terzo trimestre a causa del calo dei prezzi del petrolio e delle minori vendite, nonostante il fatto che ciò, in parte, fosse il risultato di tagli volontari alla produzione. Martedì, i prezzi del petrolio hanno registrato alcuni guadagni in seguito al rapporto mensile sul mercato petrolifero dell’OPEC (MOMR), che ha indicato che il cartello ritiene che i fondamentali siano forti e che la domanda negli Stati Uniti e in Cina non sia bassa a livello preoccupante. Lunedì a mezzogiorno i prezzi del petrolio sono saliti, con il greggio Brent in rialzo di oltre l’1,6% dopo che il mercato ha digerito un rapporto dell’OPEC che suggerisce che la domanda negli Stati Uniti e in Cina non si sta abbassando al punto di preoccupare.

I mercati hanno anche reagito alle indicazioni poco chiare della Federal Reserve statunitense circa una potenziale fine dei rialzi dei tassi, con diverse banche di investimento che speculavano su riduzioni dei tassi nei prossimi 12 mesi. L’OPEC ha affermato di aspettarsi che le importazioni cinesi di greggio raggiungano un nuovo record annuale quest’anno e ha criticato il sentiment negativo del mercato definendolo esagerato.

Quindi molto verrà a dipendere da come si comporterà la banca centrale statunitense, se interromperà il ciclo restrittivo e mollerà le redini o se manterrà i tassi di interesse elevati. Nel frattempo l’Arabia prende una posizione prudente e probabilmente estenderà i tagli produttivi al 2024. 


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