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Difesa

Più droni, meno elicotteri: la guerra in Ucraina influenza una piccola rivoluzione

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L’Esercito degli Stati Uniti sta cancellando il programma Future Attack Reconnaissance Aircraft (FARA) di prossima generazione, hanno annunciato oggi i funzionari del servizio, togliendo dal tavolo un potenziale contratto multimiliardario e mettendo in dubbio i piani di aviazione a lungo termine del servizio.

Inoltre, l’esercito prevede di terminare la produzione dell‘UH-60 V Black Hawk nell’anno fiscale 2025, a causa di una “significativa crescita dei costi”, di mantenere il programma Improved Turbine Engine Program (ITEP) di General Electric in fase di sviluppo invece di portarlo in produzione e di eliminare gradualmente dalla flotta i sistemi aerei senza pilota Shadow e Raven, ormai il servizio da molti anni e quindi considerati obsoleti.

UH60V Blackhawk

Tutto ciò riflette un enorme cambiamento nella strategia dell’esercito in materia di aviazione e sconvolge anni di pianificazione. C’è anche un ironico senso di ripetizione della storia: la decisione di porre fine al FARA arriva due decenni al mese dopo che l’Esercito ha interrotto i suoi piani di acquisto del RAH-66 Comanche e quasi 16 anni dopo aver terminato i lavori sull’ARH-70A Arapaho, entrambi i velivoli progettati per sostituire il Kiowa – lo stesso elicottero che il FARA avrebbe dovuto, finalmente, sostituire. Un elicotterno introdotte nel 1969 e che ha fatto la guerra in Vietnam!

Il motivo della fine del FARA, hanno detto i capi dell’esercito a un piccolo gruppo di giornalisti prima dell’annuncio, è una riflessione sull’aspetto della guerra nell’era moderna. Il Kiowa non verrà più sostuito, con lui finirà una categoria di mezzi a guida umana.

Il Kiowa

“Stiamo assolutamente prestando attenzione [agli eventi mondiali] e ci stiamo adattando, perché potremmo entrare in guerra stasera, questo fine settimana”, ha detto giovedì il capo del Comando Futures dell’Esercito, Gen. James Rainey, ai giornalisti del Pentagono.

“Stiamo imparando dal campo di battaglia, in particolare dall’Ucraina, che la ricognizione aerea è cambiata radicalmente”, ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. “I sensori e le armi montati su una varietà di sistemi senza pilota e nello spazio sono più onnipresenti, più capillari e più economici che mai”.

Quindi l’esperienza bellica sul campo degli ultimi due anni sta portando a dei profondi cambiamenti nelle priorità dellaviazione dell’esercito USA: meno veicoli a guida umana, meno elicotteri, rivelatisi molto vulnerabili in Ucraina, più droni. 

Paradossalmente è possibile che il progetto FARA prosegua, ma solo per mantenere la base indstriale e il voto del complesso industriale militare.

“L’Esercito è profondamente impegnato nel nostro portafoglio di aviazione e nei confronti dei nostri partner della base industriale dell’aviazione”, ha scritto il Segretario del Servizio Christine Wormuth in un comunicato stampa. “Questi passi ci permettono di lavorare con l’industria per fornire capacità critiche come parte della forza congiunta, di collocare l’Esercito su un percorso strategico sostenibile e di continuare il più ampio piano di modernizzazione dell’Esercito, che rappresenta il più significativo sforzo di modernizzazione del servizio in più di quattro decenni”.

Una transizione morbida

Le due case che stavamno concorrendo sul FARA Bell e Sikorsky comunque potranno godere di una transizione morbida: prima di tutto i fondi verranno veramente spostati solo a partire dall’anno fiscale 2025, per ora ci si accontenterà di rallentare i progetti. Inoltre Bell, da un lato, otterrà compensazioni con il V280 Valor e con il progetto FLARA di un mezzo a lungo raggio.

Sikorsky, che ha visto anche la cancellazione del UH60V, con cabida digitalizzata, riceverà invece ordini maggiori per la variante UH60M. Boeing invece vede confermati  gli ordini del CH47F Chinook, il grande elicottero da trasporto.

Focus sui velivoli senza pilota

Se il programma FARA è morto, bisogna allora concentrarsi sui mezzi senza pilota, perché non si può fare a meno di un’attività di ricognizione adeguata.

Per ora, questo futuro non includerà i sistemi aerei senza pilota Shadow e Raven. L’esercito vuole invece destinare i fondi ai futuri sistemi tattici senza pilota. Nel settembre 2023, il servizio ha selezionato Griffon Aerospace e Textron Systems per procedere con la seconda fase del concorso FTUAS Increment 2, la sostituzione dell’RQ-7B Shadow.

Se tutto va come previsto, l’esercito vuole avere questi prototipi per i test all’inizio dell’anno fiscale 2025, per poi ricevere feedback e aggiudicare il contratto in tempo per l’inizio della produzione l’anno successivo. Un tempo straordinariamente breve.

La US Army sta anche procedendo con un portafoglio di “mezzi lanciati”, ovvero piccoli droni che posono essere sparati da mezzi già in volo, ad esempio da contenitori cilindrici collegati agli elicotteri. Per ora si stanno valutando tre versioni: una a corto raggio, una a medio raggio e una a lungo raggio, ma un esempio è l’Anduril Altius 700

Per quanto riguarda la versione a corto raggio, l’esercito ha ospitato una giornata dedicata all’industria questa settimana e che l’obiettivo è quello di assegnare il prodotto all’inizio dell’anno fiscale 2025.


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