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PIR, una prezioso contributo alla (reale) economia italiana

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Tra quotidiani, articoli su riviste online e spot pubblicitari, si sente parlare sempre più spesso dei Piani individuali di risparmio, la nuova forma di investimento che sta dominando la scena finanziaria italiana. Pensati soprattutto per i piccoli risparmiatori, i PIR hanno raccolto consensi col passare del tempo anche grazie all’intervento dello Stato. Attraverso polizze vita, fondi comuni d’investimento e gestioni patrimoniali, tante compagnie hanno saputo costruire il proprio prodotto PIR rendendone chiare le caratteristiche attraverso numerosi canali di promozione. Assicurazioni, banche e società di gestione del risparmio sono senza dubbio i principali soggetti del fenomeno.

L’anno che sta per concludersi ha visto i PIR riscuotere un successo inaspettato, senza precedenti. Sì perché secondo l’aggiornamento trimestrale di Assogestioni, da giugno a settembre, hanno raccolto 2,2 miliardi di euro, generando da inizio anno un ammontare complessivo pari a 7,5 miliardi. Le previsioni parlando di un totale di dieci miliardi di euro entro fine anno, quota che andrebbe oltre le stime effettuate inizialmente dal Ministero. Per non parlare poi del significativo incremento dei volumi giornalieri scambiati dalle società oggetto d’investimento dei PIR, i cosiddetti Titoli PIR Compliant.

L’elemento più rilevante? Sicuramente l’esenzione dal pagamento dell’imposta sul reddito da investimento e della tassa di successione, vincolata però da una serie di fattori che vedremo qui di seguito. Il 2018, secondo quanto riportato dalla nuova legge di bilancio, potrebbe iniziare su questa stessa lunghezza d’onda, diventando così ancor più stimolante per le piccole imprese. In merito a quanto anticipato poco fa, per poter usufruire della defiscalizzazione l’investitore può versare un massimo di 30 mila euro in un arco temporale pari a 5 anni.

Inoltre risulta necessario diversificare il portafoglio in modo tale che il 70% dell’investimento sia composto da strumenti immessi sul mercato da imprese con stabile organizzazione in Italia. Infine, di questa fetta di portafoglio, il 30% deve riguardare piccole o medie imprese non incluse nell’indice Ftse Mib. Tutte queste misure sono state pensate per dare nuovo slancio all’economia nazionale, soprattutto a realtà che fanno fatica a risollevarsi dopo la crisi. L’ingresso dei PIR Piani individuali di risparmio ha gettato le basi per la creazione di un solido punto di partenza a partire dal quale le aziende possono crescere e consolidarsi.

Tra le ultimissime novità, anche un minorenne potrà essere proprietario dei PIR. E’ una delle indicazioni che emergono dalle linee guida del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, a tal proposito, ha precisato che le famiglie potranno così moltiplicare per il numero dei figli la soglia annua prevista di 30 mila euro e quella complessiva 150 mila dell’investimento, estendendo quindi l’agevolazione. Insomma, l’obiettivo è uno solo: incoraggiare l’investimento nelle nostre imprese per un sostegno concreto all’economia di tutto il Paese.


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