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Economia

Il Mistero della super-petroliera russa: 2 milioni di barili di greggio bloccati al largo della Cina. Sanzioni o crollo della domanda?

Una super-petroliera russa carica di greggio ESPO è misteriosamente ferma da giorni al largo della Cina. Un segnale che la domanda asiatica crolla o che le sanzioni USA iniziano a mordere?

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Una superpetroliera che trasporta 2,1 milioni di barili di greggio ESPO dell’Estremo Oriente russo è ancorata da giorni vicino alla Cina, in quello che secondo gli operatori è un fenomeno insolito che potrebbe indicare un calo della domanda nel mercato asiatico. Si tratta di una quantità enorme, più di una volta e mezza la produzione giornaliere di un paese come la Libia.

Secondo i dati di monitoraggio delle navi forniti da LSEG e citati da Reuters, la superpetroliera Big Star ha caricato l’ESPO da tre navi più piccole vicino al porto russo di Zarubino, nell’Estremo Oriente, all’inizio di questo mese e si è diretta verso il porto cinese di Jieyang, nella provincia meridionale del Guangdong.

I dati mostrano che la Big Star è rimasta all’ancora per quasi una settimana vicino a Taiwan, senza scaricare.

Gli operatori affermano che l’ESPO viene raramente stoccato in depositi galleggianti, poiché è una delle miscele preferite dalle raffinerie cinesi. È inoltre insolito che i carichi di ESPO facciano parte di trasferimenti da nave a nave (STS), hanno riferito a Reuters.

Raffiineria di Dalian Fonte Chinadaily

Una delle fonti commerciali ha suggerito che il petrolio a bordo della Big Star è stato messo in vendita troppo tardi e non ha attirato acquirenti nella finestra di vendita di un carico di petrolio nei mercati asiatici, che in genere si verifica più di un mese prima del carico.

Alcune raffinerie cinesi sono ora più preoccupate per le potenziali sanzioni secondarie nei loro scambi con il petrolio greggio russo.

Nonostante questo il mese scorso Sinopec, la più grande raffineria asiatica in termini di capacità di lavorazione, ha acquistato dalla Russia il suo primo carico di ESPO per il mese di maggio, dopo aver rinunciato ad acquistare il greggio per i carichi di marzo e aprile in attesa di valutare il rischio derivante dalle sanzioni statunitensi.

Mentre all’inizio di quest’anno le compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso o ridotto i volumi di petrolio russo, le raffinerie indipendenti cinesi, che preferiscono acquistare petrolio russo e iraniano più economico, hanno colmato il vuoto.

Le raffinerie cinesi sono anche sempre più caute nel commercio con il petrolio iraniano, dopo che gli Stati Uniti hanno continuato ad aumentare la pressione delle sanzioni nell’ambito della “campagna di massima pressione” sulla Repubblica islamica. Il rischio di essere esclusi dalle esportazioni con l’Occidente viene a superare la convenienza di impotare petrolio a basso prezzo russo.


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