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Euro crisis

Perché la Grecia deve soffrire: l’EU tedesca deve spaventare tutti a NON fare altrettanto, in primis l’Italia… L’ideologia prevaricatrice di Berlino

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Prima di tutto una constatazione: la Germania deve la sua attuale preminenza economica e quindi politica in Europa grazie alla crisi subprime e soprattutto alla successiva crisi dello spread, innescata come R. prodi ci ha ben ricordato da Deutsche Bank con la vendita di BTP nel 2011*. Altro fatto: le banche tedesche e francesi erano tecnicamente fallite nel 2011, i prestiti dati in giro per il mondo ed in gran parte anche alla Grecia per alimentare il boom immobiliare post euro ammontavano solo per Atene a oltre 120 mld euro: alla fine si fece in modo di trasferire tali crediti inesigibili verso Atene nella BCE, ovvero paga pantalone, ma chiedendo a coloro che le banche le avevano in perfetta forma di partecipare, guarda caso all’Italia. Alla fine si è passati da una situazione in cui l’Italia aveva praticamente zero esposizione verso la Grecia ad una attuale con circa 40 miliardi. Bravi davvero, noi a farci fregare…

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Dunque, a partire dal 2011 la Germania ha preso le redini dell’EU, diciamo l’asse franco-tedesco ha iniziato a dettare legge (il duo Merkel-Sarkozy) semplificando per altro il rapporto con i pragmatici USA, un interlocutore è meglio di tanti per i materiali americani. Come contropartita la Francia ha preteso sia il mantenimento del proprio sproporzionato welfare che la rappresentanza in ambiti sovranazionali (su tutti, FMI, ma non solo) ed il comando delle operazioni in nordafrica dove ha sempre avuto le sue colonie [da depredare sistematicamente, ndr], ossia ottenere l’eliminazione dell’ostacolo storico, Gheddafi, troppo amico dell’Italia e cuscinetto impenetrabile verso la fascia subsahariana. La Germania ha invece preso il dominio politico ed economico europeo. La Gran Bretagna prima di andare inequivocabilmente verso la sudditanza all’Europa tedesca avallando la caduta di Berlusconi, suo unico alleato in pectore contro la strapotere dell’asse Berlino-Parigi, è riuscita nel miracolo di fare eleggere un proprio rappresentante alla BCE, Mario Draghi. Voi direte, ma Draghi è italiano. Vero, ma è anche anzi direi soprattutto scozzese, i ben informati dicono di 33 grado, comunque è solo grazie al capo della BCE che la Germania non ha in mano tutte le leve del potere atte a porre sotto controllo diretto tutta Europa.

Non smetto di ripetere che l’Italia fu l’unico paese occidentale a non dovere salvare le banche con i soldi di Stato fino alla crisi dello spread (appunto, innescata nel 2011 dalla Germania). E che mentre in Gran Bretagna si facevano le file agli sportelli di Northern Rock ed RBS stile Atene oggi, mentre in Germania numerose banche venivano nazionalizzate (WesLB, Nordbank, Commerzbank, IKB etc.), mentre le industrie tedesche crollavano sotto il peso dei debiti finanziari (Gruppo Merkle, Opel, Porsche etc.), mentre le mitiche ING [bankassurance] e Dexia  venivano salvate dallo Stato in Olanda e Belgio, mentre capitava tutto questo l’Italia sopravviveva senza traumi, direi felicemente, anzi Fiat andava allegramente a comprare assets in giro per il mondo. Fu proprio in quel periodo che lessi il libro di Attali, “Come Finirà”, realizzando che inevitabilmente l’Italia sarebbe stata messa sotto attacco dai suoi stessi partner per impedire che il proprio sistema economico-sociale per definizione arretrato uscisse dalla crisi come vincente. E qui spieghiamo quanto successo durante e dopo l’ultimo governo Berlusconi.

Alla fine l’Europa è un patto fra poteri coloniali, Francia, Inghilterra, Germania, un pochino anche l’Italia, ma poco: cosa ci si poteva aspettare se non predominio e brutalità?

Appunto, la Grecia deve soffrire, non è ammissibile che venga distrutta la sublime creatura – l’Europa austera a cambi fissi – che ha permesso a Berlino di accumulare tanto potere e ricchezza come all’atto della conquista di Parigi, nel ’41 se ricordo bene. Oggi la Grecia potenzialmente annichilendo l’Euro con la propria uscita mette a rischio la ricchezza ed il benessere tedesco, ossia la Germania farà di tutto per tenere in piedi la baracca. Ricordate gli ex consulenti di Deutsche Bank che secondo un parlamentare greco comprarono voti per impedire la salita al potere di un governo anti euro come Syriza? O il Frankfurter Algemeine Zeitung nel 2012 candidamente arrivò a prevedere un protettorato militare in Grecia in caso di caos nel paese ellenico? Ecco…

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L’unico paese che può uscire dall’euro veramente avendone chiari vantaggi è il paese che può competere nella manifattura con la Germania, possibilmente avendo grande risparmio privato per sostenere tale impresa svalutando verso la nuova lira (ossia, non dipendere dai soldi esteri). Semplice no? Chi è questo paese se non l’Italia… Ecco spiegato perchè siamo l’unica nazione EU che non ha avuto deroghe nel rapporto deficit/PIL. Ora Renzi che sta facendo? Sta letteralmente leccando il fondoschiena alla Merkel nelle fasi finali di questa disfida tragica di Atene. Faccio fatica a dirlo ma penso sia un’ottima strategia, oggi è bene si faccia così, l’Italia deve osservare e sperare che i greci ce la facciano. Infatti a termine avranno certamente ragione loro, i greci, alla fine è l’euro austero ed i cambi fissi che stanno dilaniando Atene: chiaro che con la dracma non diventeranno mai il paese faro dell’Europa, un paese da cui prendere esempio, ma torneranno ad essere un paese dove si vive dignitosamente. FireShot Screen Capture #142 - 'LE LEVE DI FORZA DELL’ITALIA Intervento di Marco Fortis (Fondazione Edison e Università Cattolica) - _Fortis COME USCIRE DALLA CRISI Mantova 3 giugno 2014_2-64585_pdf' -E questo potrà essere uno stimolo per gli altri membri EU a fare lo stesso, ad uscire, a cercare l’alternativa al rigore. Per varie ragioni, per troppo debito (come l’Italia) o per la non accettazione di una ingerenza economica straniera (come l’Austria).

M. Fortis (Fondazione Edison/Univ. Cattolica): COME USCIRE DALLA CRISI Mantova 3 giugno 2014 FireShot Screen Capture #139 - 'LE LEVE DI FORZA DELL’ITALIA Intervento di Marco Fortis (Fondazione Edison e Università Cattolica) - _Fortis COME USCIRE DALLA CRISI Mantova 3 giugno 2014_2-64585_pdf' -

Infatti deve essere chiaro che il passo successivo del Grexit si/Grexit no per l’Italia sarà comunque maggiori tasse, comunque vada l’avventura della Grecia, che esca o meno: se Atene esce, l’Italia perderà gran parte dei propri crediti [e quindi ci saranno tasse per compensarli]; se rimane dentro dovrà accollarsi maggiori tasse per continuare sulla strada del rigore in presenza di una crescita inesistente e di prestazioni dello Stato che per definizione non scendono come costo [ad es. pensioni]. La grandissima differenza sta nel fatto che se la Grecia dovesse uscire l’Italia ed anche la Spagna, il Portogallo, la Francia avrebbero un’alternativa all’austerità imposta da Berlino: leggasi, uscire anche loro dai cambi fissi chiamati euro. Anche perché in presenza di un Grexit non dico di successo ma almeno non tragico l’opinione pubblica non digerirebbe maggiori tasse CERTE preferendo appunto l’alternativa di una uscita non tragica…

CHE SIA CHIARO A TUTTI, TSIPRAS E VAROUFAKIS PUNTANO CON LA MANFRINA DEL REFERENDUM A CANCELLARE IL PROPRIO DEBTO PER ALMENO IL 50%! Vedremo come andrà a finire la prossima settimana.

Ecco perché la Germania farà di tutto per tenere l’euro, ecco perché la Germania farà di tutto per portare alle più disastrose conseguenze possibili l’esistenza dei greci, ecco perché i disastri ellenici saranno certamente mediaticamente esposti! Come anticipato da tempo, ad Atene ci sarà presto l’introduzione di una valuta parallela ma il falco Schauble vorrà mantenere il debito contratto da Atene in euro, della serie schiavi per sempre del proprio fardello con la moneta altrui. Poi, non pagando le cedole si verrebbe esclusi dai finanziamenti esteri e fin anche dai sistemi di pagamento internazionali. Ci sarebbe dunque la necessaria autarchia e la fame ricomparirebbe, anzi è già riapparsa. Le popolazioni potrebbero sopravvivere solo acquistando beni nazionali, chiaramente contingentati, il welfare sparirebbe o sarebbe ridotto al lumicino… Mercato nero. Insomma un dramma sociale. E magari anche antisemitismo.

Ecco, la Germania sapendo cosa c’è in gioco – il proprio benessere e la propria supremazia in Europa -, non esiterà a mandare in fumo gli ideali solidaristici dei padri fondatori dell’EU preferendo soggiogare, anche uccidere con la fame. Appunto, lepene che Atene dovrà espiare saranno una versione moderna del piano Funk fatta di dolori, di fame, di espiazione. La questione della colpa è sempre stata centrale nella cultura tedesca, per circa 10/15 lustri – tre/quattro generazioni – il popolo di Goethe ha dimenticato i sogni di gloria concentrandosi su se stessa, sul lavoro a causa dell’onta nazista. Oggi siamo tornati alla prevaricazione, solito mezzo usato dai tedeschi per conquistare il potere, veri eredi dei barbari. E questo dimenticandosi bellamente che quanto oggi chiede la Grecia è “solo” il taglio del debito (ca. 50%), la stessa cosa che fu concessa alla Germania in varie fasi dopo la seconda guerra mondiale!

Appunto, doppio binario per le questioni di giustizia tra centro e periferia, giustizia asimmetrica formalmente per un buon ideale (oggi il pareggio dei conti, per il bene delle generazioni future) dimenticandosi di dire che saranno solo i tedeschi ad avvantaggiarsene, gli altri diverranno schiavi. Del proprio debito. Questo si chiama anche neocolonialismo, per il tramite di un indotto fascismo fiscale finalizzato al pagamento del debito a danno dei periferici. Appunto, fascismo rivisto e corretto.

Questo sarà un tradimento anche dei più alti valori solidali tedeschi che pur esistono, gli stessi ideali espressi da coloro (pochi) che durante il nazismo additarono come un’onta la follia dei campi di sterminio – che formalmente erano campi di lavoro a gratis –, la presa in giro dell’Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi. Peccato che questa fosse una bugia, alla fine si finiva inceneriti. Come per la Grecia, restando nell’euro diventerà schiava per il bene di chi comanda la baracca, nei termini ben sintetizzati ieri da Zerohedge**:

Because, just in case anyone has forgotten, the real issue here is not the fate of Greece or even the rest of the PIIGS, but how can Germany continue enjoying a currency that is substantially weaker than what a far stronger, and export-crushing Deutsche Mark would be at this very moment.

Mitt Dolcino

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* «La scelta di Deutsche Bank? Un suicidio», Corriere della Sera, 28.07.2011, articolo/intervista di F. Savelli a R. Prodi

** http://www.zerohedge.com/news/2015-07-02/nsa-leak-reveals-both-merkel-and-schauble-saw-greek-debt-unsustainable-even-after-ha


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