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Pasticci bancari USA, Yellen in modalità Berseker, e l’oro decolla…

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Quello che è successo nella serata di ieri ha avuto delle conseguenze dirette sui mercati, e non solo quello azionario. L’oro, ad esempio, ha fatto un bel salto in alto.

I prezzi dell’oro hanno superato i 1.960 dollari l’oncia (31 grammi), dirigendosi verso il massimo di un anno di 1.990 dollari toccato il 17 marzo, e ai massimi anche dei due anni precedenti. La banca centrale ha aumentato il tasso di interesse di 25 punti percentuali, come previsto dai mercati, ma si è astenuta dall’affermare che prevede “aumenti continui” dei costi di finanziamento per frenare l’alta inflazione nell’economia statunitense. I responsabili politici hanno attenuato l’urgenza di abbassare i prezzi al consumo per rispondere alla necessità di stabilità finanziaria, dopo che i fallimenti delle banche all’inizio del mese hanno minacciato una crisi del settore e raffreddato le aspettative di crescita. Questo clima di incertezza ha fatto crescere l’oro, un bene rifugio per eccellenza, anche per la protezione dall’inflazione:

Poi la Yellen ha negato la possibilità di un allargamento delle garanzie del FDIC sui conti correnti. Se i conti non sono sicuri cosa può fare la gente della liquidità? Comprare oro, o almeno così pensano quelli che investono nel prezioso metallo…

Una situazione paradossale che manda al massimo i rischi per banche e aziende e che favorisce soltanto gli speculatori. Per lo meno chi ha puntato molto sull’oro negli ultimi anni, con poca soddisfazione, ora potrebbe avere qualche utile.

 

 

 


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