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Analisi e studi

Oltre il 62% delle famiglie italiane fa fatica ad arrivare a fine mese. Anche il pericolo di povertà sopra la media UE. Obiettivi di Bruxelles quasi raggiunti

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Eurostat pubblica il proprio report con i dati base sulla situazione delle famiglie europee, mettendo in luce un paio di dati che gli italiani sentono già molto bene sulla propria pelle. Vi presentiamo qualche informazione estratta da questa relazione mettendo in luce quante cose ci sarebbero da fare e non possono essere fatte. I dati del report 2023 si riferiscono al 2022.

Famiglie nei guai

Oltre il 62,5% delle famiglie italiane ha delle difficoltà per arrivare a fine mese, cioè ha difficoltà ad affrontare le spese che normalmente deve affrontare nel corso della normale vita. Questo valore è molto superiore alla media europea del 45,5%. Siamo per oltre il 17% al di sopra.

Come vediamo facilmente dall’illustrazione siamo fra i paesi nella UE dove le famiglie hanno maggiori difficoltà. Queste derivano da redditi bassi combinati a costi elevati. Passiamo a considerare quindi il lato del reddito disponibile.

Un reddito disponibile francamente basso

L’Italia non brilla neanche per reddito disponibile, cioè per quello che rimane da spendere dopo tasse e le contribuzioni obbligatorie.

Il reddito disponibile per i cittadini europei espresso sulla base del PPS (Purchase power standard), cioè del potere di acquisto standard parificato, in modo da eliminare l’effetto portato sui redditi dal diverso livello dei prezzi. L’Italia è al di sotto della media europea di 18.706 euro.  Redditi disponibili più bassi significa avere più difficoltà ad arrivare a fine mese.

Pericolo povertà sopra la media

Anche il numero di famiglie italiane a rischio di povertà e di esclusione sociale è superiore alla media UE

In Italia il rischio di povertà è superiore alla media UE del 21%, arrivando a sfiorare il 25% della media fra uomini e donne, con le donne leggermente più a rischio dei maschi, ma non molto. Le nostre famiglie sono più fragili rispetto alla media UE, a significare che le difficoltà economiche si affiancano a reti di tutela sociale non sufficienti. I tre paesi con minore rischio di povertà sono Polonia, Slovacchia e Cechia e di questi tre due non hanno l’Euro.

Lavorare sui redditi, ma soprattutto sui costi

Per migliorare la situazione delle famiglie europee si può lavorare sull’aumento dei redditi o sulla diminuzione dei costi. L’aumento dei redditi, serio, può derivare solo dall’aumento della domanda di lavoro, quindi da una crescita economica molto complessa nell’Euro Area, e sto usando un eufemismo. Bisogna intervenire sul lato dei costi, soprattutto su quelli che ricadono su tutte le famiglie dai costi dell’abitazione, sia come affitti e come costi delle abitazioni. In questo caso gli obblighi ecologici peggiorano la situazione di difficoltà delle famiglie non la migliorano.

Quindi ci sono tutti i vari costi indiretti energetici (oneri di sistema etc) che vengono a pesare sui portafogli delle famiglie. Bisogna agire sul lato dell’offerta e della domanda. Ci sarebbe molto da fare, ma l’ambiente normativo è contrario, anzi ci sono ottime possibilità che, per volontà superiori, la posizione sociale ed economica delle famiglie italiane venga a peggiorare ulteriormente.

 

 


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