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Neanche le famiglie francesi possono permettersi auto e casa “Green”

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La transizione è accessibile a tutte le famiglie francesi? È a questa domanda a cui ha cercato di rispondere l’Institute for Climate Economics (I4CE), istituto di ricerca e associazione fondato dalla Caisse des Dépôts et Consignations e dall’Agenzia francese per i cambiamenti climatici, risportata dal giornale Valeurs Actuelles.  Non sorprende la conclusione: “Oggi non ci sono le condizioni economiche affinché tutte le famiglie possano permetterselo. »

Ecco i dettagli dello studio che considera anche i contributi destinati alla bisogna dallo stato francese.

Da poco più di quindici anni gli aiuti dati dal governo di Parigi– spesso indicizzati al reddito delle famiglie – si sono moltiplicati sia in numero che in importo, sia per la ristrutturazione di abitazioni sia per l’acquisto di un’auto elettrica e di una stazione di ricarica. “Per la ristrutturazione di una casa unifamiliare e l’acquisto di una nuova auto elettrica e di una colonnina di ricarica, l’importo massimo dell’aiuto che un nucleo familiare può ottenere è aumentato di circa il 160% tra il 2008 e il 2023, passando da circa 20.000 euro a 50.000 euro, spiegano gli autori dello studio. Per fare un confronto, nello stesso periodo, l’inflazione è stata del 17%. »

Questi aiuti erano più specificatamente diretti alle classi medio-basse; sono – per un progetto equivalente – due volte più importanti per le famiglie a basso reddito rispetto a quelle benestanti. Peccato che siano ben lontani dall’essere sufficienti, perché rappresentano tra il 26 e il 55% dell’investimento. 

Ma le famiglie possono facilmente convertirsi alla transizione energetica, sia per la ristrutturazione di un’abitazione che per l’acquisto di un veicolo elettrico?

È qui che i risultati dello studio sono affascinanti e ricchi di lezioni. Risulta che, per quanto riguarda l’investimento per ristrutturare la propria casa, il costo residuo (differenza tra la quantità di lavoro e il totale degli aiuti ricevuti) ammonta a più di un anno di reddito per le classi medie e può arrivare fino a dieci anni e più di reddito per le classi a basso reddito. Inoltre tutto dipende dal tipo di abitazione (casa rurale alimentata a petrolio, padiglione di ricostruzione, padiglione collettivo 1975-1985, edificio borghese, edificio bar 1948-1994, piccolo collettivo 1974-1985). Alcune soluzioni come l’Eco PTZ (il tetto è stato alzato a 50.000 euro) potrebbero essere una soluzione per finanziare il resto, ma si scontra “con la complessità delle procedure amministrative e con il tasso di debito indotto per le famiglie a basso reddito e le classi medie. »

Passiamo poi a concentraci sui veicoli elettrici, il cui costo residuo varia, in media, tra i 10.000 e i 40.000 euro in Francia al netto dei contributi. Per una normale city car e per le famiglie della classe media la cifra ammonta a circa 27.000 euro, ovvero dal 65 al 130% del reddito annuo. Stranamente, il costo rimanente è inferiore – circa 7.000 euro – per i gruppi a basso reddito, che però possono acquistare solo veicoli usati. Con un grosso problema: “in Francia il mercato è ancora sottosviluppato”, constata l’istituto.

All’inizio del 2022 le auto elettriche rappresentavano solo l’1% della flotta (circa 400.000 veicoli). »Si pone poi la questione della redditività di detto veicolo: “grazie al risparmio generato sul costo del carburante, l’acquisto di un veicolo elettrico sarà redditizio in pochi anni per le classi medie”, aggiungono gli autori del rapporto . Hanno calcolato che il passaggio all’elettrico ha consentito agli automobilisti di risparmiare 150 euro al mese sulla base di una distanza percorsa annua di 13.000 km, ma in Francia il costo dell’energia elettrica è infieriore rispetto a quello di molti paesi europei.

Quindi anche le famiglie francesi non possono permettersi di fare la transizione ecologica, se non sacrificando molti anni di redditi e caricandosi di debiti. Ne varrà la pena? Sarà giusto arricchire le banche con interessi forzosi? Ai cittadini francesi la risposta.


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