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Mutui e tassi: taglio a giugno. Il fisso resta più conveniente

BCE tra prudenza e fiducia, ma i tagli sono più vicini

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Mutui e tassi d'interesse
Mutui e tassi d'interesse

La BCE lo rinvia ancora, ma il taglio dei tassi è sempre più vicino. Guardando ai dati sull’inflazione, per la Banca centrale europea, l’ipotesi più probabile per ridurre il costo del denaro è giugno. Non prima. Perciò chi sta pagando un mutuo a tasso variabile deve stringere ancora i denti per qualche mese, oppure utilizzare la surroga per rinegoziare condizioni più vantaggiose del prestito in corso.

Con una simulazione rata mutuo, il comparatore di MutuiOnline.it permette di calcolare l’importo mensile della rata sia per l’apertura di un nuovo mutuo, sia per la portabilità di un mutuo in essere da una banca a un’altra, ovvero una surroga.

Per gli esperti di MutuiOnline.it, attualmente il tasso fisso è ancora una soluzione ottimale, con la possibilità di ottenere TAN poco superiori al 2,50% in caso di soluzioni “green”, ovvero con una classe energetica elevata (A o B) della casa. Si tratta di una percentuale inferiore alla media dei tassi fissi registrata tra il 2014 e il 2018, che era del 2,78%.

BCE tra prudenza e fiducia, ma i tagli sono più vicini

Da Francoforte, la presidente Christine Lagarde, dopo l’incontro di politica monetaria dell’Istituto centrale del 7 marzo, ha annunciato che i tassi resteranno ancora fermi.

Il tasso sui rifinanziamenti principali rimane invariato al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. La numero uno della BCE sottolinea che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, questi tassi di interesse consentiranno di raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2% nell’Eurozona. Inflazione che, intanto, continua a scendere: dal 2,8% di gennaio al 2,6% di febbraio.

Se la parabola discendente dell’inflazione proseguirà e se non ci saranno nuovi stravolgimenti geopolitici con un impatto sull’economia, la presidente Lagarde ha lasciato intendere che i tempi possano essere maturi per un taglio dei tassi e avviarsi verso una conseguente normalizzazione del mercato.

Mutuo a tasso fisso più conveniente del tasso variabile

Dalla simulazione rata mutuo di MutuiOnline.it emerge che, al momento, il tasso fisso è la scelta migliore. E, se in futuro, i tassi si abbasseranno ulteriormente, si potrà sempre valutare la surroga, che ricordiamo è un’operazione gratuita.

Le simulazioni di questo tool digitale confermano significativi risparmi nelle offerte dei mutui rispetto a un anno fa. Per esempio, per un mutuo ventennale da 160.000 euro richiesto da un quarantenne residente a Milano, a marzo 2023 il miglior tasso fisso era del 3,60% e la rata mensile era di 936 euro. Dodici mesi dopo il tasso è del 2,73% e l’importo della rata è sceso a 866 euro. Se invece si optasse per un’offerta green, il tasso scenderebbe al 2,55% e la rata mensile a 852 euro. In pratica, si risparmierebbero tra i 16.800 e i 20.200 euro di interessi totali.

La stessa simulazione per un mutuo a tasso variabile porta a risultati del tutto differenti: un anno fa la miglior offerta prevedeva un TAN del 3,30% con una rata di 912 euro, mentre ora il TAN è al 4,74% e la rata è salita a 1.033 euro. Nell’ipotesi di un calo dell’Euribor (l’indice dei mutui a tasso variabile), la rata scenderebbe a 941 euro, con 92 euro in meno rispetto a oggi ma ancora più alta a confronto di un anno fa.

Tassi: ipotesi di quattro tagli da 25 punti base entro fine 2024

“Il mercato attende un’apertura da parte della BCE sul taglio dei tassi, ma le dichiarazioni sono state improntate sulla prudenza”, commenta Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it. Spiega che il taglio del costo del denaro è atteso “non solo per stimolare la fiducia nel sistema economico ma soprattutto per i consumatori che hanno un finanziamento a tasso variabile”.

Guardando a ciò che succede dall’altra parte dell’Atlantico, osserva che, sebbene l’economia americana sia in piena salute, con tassi di occupazione record, “è improbabile che la Fed tra due settimane scelga di abbassare i tassi”. In ogni caso, aggiunge Papucci, “auspichiamo che la BCE in futuro non leghi le proprie scelte a quelle della Fed”. Anche perché “i forward dell’Euribor confermano le stime a dicembre attorno al 3%, ipotizzando almeno quattro tagli da 25 punti base entro fine anno, dato che oggi i tassi di riferimento per i mutui variabili rimangono di poco sotto al 4%”.


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