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Euro crisis

I media mainstream enfatizzano che gli italiani han smesso di fare figli ma non ci spiegano il motivo: a causa dell’austerità euroimposta! La prova in un grafico

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Resto allibito per il modo in cui i media tradizionali affrontano un problema grave e reale, ossia la denatalità italiana. E’ infatti inegabile che negli ultimi 10 anni, come riportato da numerosi organi di informazione ieri ed oggi, c’è stato un crollo della propensione a fare figli nel Belpaese. Bisogna però chiedersi perchè nessuno abbia spiegato il motivo: appunto, domandiamoci perchè gli italiani hanno smesso di riprodursi .

Una spiegazione sebbene parziale – ma supportata dai fatti – ce l’ho: gli italiani spesso non si possono permettere di fare figli (vedasi grafico sopra). Infatti la perdurante crisi (dal 2008) ha portato insicurezza, inauguarata da Mario Monti e conclamata probabilmente nel Job Act renziano, con una forte precarizzazione del lavoro/deflazione salariale oltre a tasse in perenne salita.

Ossia incertezza sul futuro oltre ad alta disoccupazione sia generale che giovanile in aggiunta a salari al ribasso, con la sparizione della cd. classe media (fenomeno per altro globale). L’emigrazione è solo un effetto secondario, in assenza di prospettive la gente emigra, quanto meno chi se lo può permettere. Idem le aziende, delocalizzano per sfuggire a tasse esorbitanti che minano la loro competitività, riducendo ulteriormente l’occupazione di qualità che resta in Italia (ossia fermando l’ascensore sociale, vedasi LINK ad un interessante articolo del Corriere della Sera di qualche anno fa). Guarda caso le aziende italiane che se ne vanno si trasferiscono, ad esempio, in Lussemburgo da Juncker. O in Irlanda. O in Olanda come ha fatto la FCA. Paesi che oggi Oxfam sostiene essere paradisi fiscali EU legalizzati. Tutto torna.

Ad esempio, mi domando se i dipendenti di Amazon Italia (oggi in sciopero) pensino a mettere su famiglia facendo leva sulla stabilità e sulla qualità del loro posto di lavoro….

Sembrerebbe davvero un cane che si morde la coda. La misura più immediata della gravità della situazione può essere ricercata nell’esplosione degli squilibri dell’INPS: a stipendi più bassi – dal 2008 in avanti, conclamati con gli effetti del Job Act – corrispondono contributi minori ossia deficit maggiori per l’istituto di previdenza. Da qui la spinta all’innalzamento dell’età pensionabile, portandola più vicina possibile all’età di sopravvivenza media degli italiani, poco più di 81 anni. E questo solo perchè NON si vogliono tagliare le pensioni “alte” già in erogazione, troppo spesso retributive (siamo in crisi, ci vogliono misure straordinarie), guarda caso percepite soprattutto da membri dell’amministrazione pubblica, in primis dai magistrati (in media ca. 130-140’000 euro annui base ultimo dato disponibile di qualche anno fa, dopo che li abbiamo pubblicati tale dettaglio non è più comparso nella relazione annuale dell’INPS, vedasi LINK).

Mi sembra di poter dire che tutto torna, prendetevi la briga di andare a verificare e vedrete che i sintomi tornano con quanto indicato.

Ma andiamo a bomba: vi ho presentato sopra un grafico illuminante ossia la prova provata in grado di dimostrare plasticamente la correlazione inversa tra disoccupazione e numero di nascite in Italia. Fattuale. No fake news. E’ infatti innegabile che dal 2008 è iniziato il crollo della natalità e la successiva austerità euroimposta ha solo peggiorato le cose – vedasi la disoccupazione galoppante soprattutto giovanile, con una austerità non solo inutile ma anche nefasta per il fine di uscire dalla crisi, precisamente come in Grecia -. E’ evidente che chi conosce la realtà dei fatti non ve la vuole proprio raccontare.

Il principale obiettivo del prossimo governo dovrà essere mettere in condizione gli italiani di fare più figli, in tal modo verrebbe meno la scusa di sostituire gli italiani che non si riproducono con i migranti (ius soli, …). Il problema è che per fare più figli bisogna sia (1) ridurre la disoccupazione che (2) dare certezza ai cittadini innescando una robusta crescita del PIL. Ovvero (3) soprattutto abbassare le tasse. Il problema è che per innescare i tre effetti citati [(1) (2) (3)] bisognerà disobbedire all’EUropa che invece vorrebbe precisamente il contrario: ulteriore deflazione salariale e maggiori tasse soprattutto sui risparmi e sulla prima casa, la vera ancora di salvezza degli italiani in tempi di crisi.

Capite dunque che se non si ribella l’Italia muore. O salta per aria. A me è così chiaro, a maggior ragione alla luce dell’esperienza greca: pensate forse che a Parigi e Berlino non conoscano gli effetti dell’austerità imposta all’Italia? Certo che lo sanno! Dunque fatevi domande sul perchè perseverano.

Lo ripeterò fino allo sfinimento: l’EUropa va sfidata per rifondarla eliminando l’asimmetria di interessi su cui si basa, che favorisce Parigi e Berlino a danno dei periferici. E se i poteri centrali non vorranno correggerla, beh, allora bisognerà uscire dalla moneta unica, la pietra angolare dell’asimmetria sopra citata voluta espressamente da Berlino, per propri interessi. L’alternativa è non solo fare crack ma – temo – perdere lo status di paese unito, libero e democratico tornando ad un assetto pre-unificazione. Ma da schiavi del debito detenuto dagli stessi che impongono il rigore.

Spero il messaggio sia arrivato forte e chiaro.

MD

 


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