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MORIRE AL MCDONALD: in Perù proteste di massa per la morte di due ragazzi

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Alexandra e Carlos, due giovani neppure ventenni, con la loro morte stanno scuotendo il Perù . Lavoravano entrambe nella catena McDonalds e stavano svolgendo le pulizie di fine turno quando Alexandra è stata colpita da una scarica elettrica partita dalla macchina per il milk shake, ed il pavimento bagnato ha fatto da conduttore. Carlos si è precipitato ad aiutarla, ma, ingaro del pericolo costituito dall’energia elettrica, ha subito anche lui una scossa mortale ei loro colleghi non sono stati in grado di aiutarli. Appare evidente come il sistema elettrico fosse privo delle minime precauzione, come il salvavita, che avrebbe dovuto scattare salvando le giovani vite.

McDonalds ha deciso di chiudere tutte le sue sedi in Perù per due giorni per lutto, ma non sarà abbastanza ed è partita un’inchiesta della magistratura. Intanto sono anche iniziate delle manifestazioni di piazza come potete vedere dalle immagini allegate:

In molti paesi in via di sviluppo le multinazionali approfittano di normative superficiali e di controlli sporadici per ignorare anche le più basilari norme di sicurezza. Evitare di far prendere una scossa mortale ai dipendenti costa relativamente poco, ma evidentemente anche questo è  troppo quando si vuole assorbire ogni centesimo di utile. Alla fine cosa importa della vita di due ragazzi peruviani?

In molti paesi Sud Americani le condizioni di lavoro sono oltre il limite della sopportazione. Proprio in Perù è famoso il caso della città mineraria di La Rinconada, nota per l’estrazione d’oro direttamente delle vene quarzifere, dove già l’altitudine di 5100 metri pone dei problemi enormi, che sono poi peggiorati dall’inquinamento ormai profondo dovuto al mercurio utilizzato nei processi di estrazione auriferi. La situazione dei lavoratori è tale che il luogo è stato definito “L’inferno in terra”.

Però il problema è che Greta pesta i piedi perchè “Le hanno rubato l’infanzia”.

 


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