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L’uomo è stato sull’orlo dell’estinzione, secondo una nuova scoperta scientifica

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In un nuovo studio pubblicato su Science il 31 agosto, pronto a rimodellare la nostra comprensione della storia umana primitiva, rivelando che un evento quasi catastrofico ha quasi spazzato via l’essere umano come lo conosciamo oggi. 

Utilizzando una tecnica all’avanguardia chiamata FitCoal (processo di coalescenza veloce infinitesimale) e le sequenze genomiche degli esseri umani moderni, hanno rivelato un capitolo della nostra storia che ha a lungo sconcertato la comunità scientifica.

Gli esseri umani si sono mai quasi estinti?

La ricerca fa luce su una lotta precedentemente sconosciuta che i primi antenati umani affrontarono tra 930.000 e 813.000 anni fa.  Sfruttando il metodo FitCoal per dedurre le dimensioni della popolazione antica, il team ha scoperto prove di una grave riduzione, un vero e proprio collo di bottiglia, nella popolazione umana.

Il collo di bottiglia è durato circa 117.000 anni, con solo circa 1.280 individui in grado di riprodursi a sostenere la popolazione umana. Qui l’immagine che spiega graficamente l’accaduto.

“Il divario nei reperti fossili africani ed eurasiatici può essere spiegato da questo collo di bottiglia nella prima età della pietra anche in ordine cronologico. Coincide con questo periodo di tempo proposto di significativa perdita di prove fossili”, ha spiegato l’autore senior Giorgio Manzi, antropologo dell’Università La Sapienza di Roma, in un comunicato stampa.

Si ritiene che il declino della popolazione dei nostri primi antenati umani sia dovuto principalmente ai cambiamenti climatici. Gli eventi glaciali durante questo periodo causarono sbalzi di temperatura e gravi siccità.

A contribuire alla quasi sparizione dell’uomo sarebbe stata la scomparsa di alcune specie su cui si basa la sua alimentazione.

Le implicazioni di questo evento di quasi estinzione sono a dir poco sorprendenti. Si stima che uno sconcertante 65,85% della diversità genetica esistente nella nostra specie avrebbe potuto essere cancellato durante quest’era tumultuosa.

Questa drammatica perdita la dice lunga sulla perseveranza dei nostri primi antenati umani.

Curiosamente, questo collo di bottiglia genetico porta con sé una svolta inaspettata; la lotta per la sopravvivenza durante questo periodo sembra aver avuto un ruolo nella formazione dei cromosomi umani moderni.

La maestria del fuoco

“La nuova scoperta apre un nuovo campo nell’evoluzione umana perché evoca molte domande”, ha spiegato l’autore senior Yi-Hsuan Pan, esperto di genomica evolutiva e funzionale presso la East China Normal University (ECNU).

“Come i luoghi in cui vivevano questi individui, il modo in cui hanno superato i catastrofici cambiamenti climatici e se la selezione naturale durante il collo di bottiglia ha accelerato l’evoluzione del cervello umano.”

Hanno evidenziato come il controllo del fuoco e lo spostamento verso un clima più ospitale circa 813.000 anni fa potrebbero essere stati fattori cruciali che hanno permesso alla popolazione umana di riprendersi, anche se gli studi finora ritenevano che il fuoco fosse stato controllato in epoca più tarda.

“Questi risultati sono solo l’inizio”, ha concluso LI Haipeng, genetista teorico della popolazione e biologo computazionale presso l’Istituto di nutrizione e salute di Shanghai, Accademia cinese delle scienze (SINH-CAS).

“Gli obiettivi futuri con questa conoscenza mirano a dipingere un quadro più completo dell’evoluzione umana durante questo periodo di transizione dal Pleistocene inferiore al medio, che, a sua volta, continuerà a svelare il mistero che è l’ascendenza e l’evoluzione umana primitiva.”

Lo studio completo è stato pubblicato su Science il 31 agosto.


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