Seguici su

Attualità

Lockdown in Cina: scontri nel Guangdong per le chiusure. Code enormi per i test

Pubblicato

il

In Cina il controllo dei focolai di Covid-19 non sta andando esattamente liscio.

Ad esempio il distretto di Nanhai della città di Foshan, nella provincia del Guangdong, in Cina, è stato bloccato per diverse settimane dopo l’epidemia del covid, ma dopo inspiegabili proroghe alle chiusure e nessun avviso ufficiale o test da parte delle autorità locali, la sera del 21 giugno sono scoppiate più proteste contemporaneamente in varie comunità locali, con oltre mille residenti che si sono radunati in diversi incroci gridando e protestando contro il governo. Le autorità hanno inviato squadre ddi polizia speciale che si sono scontrate coi manifestanti.

Wang An (pseudonimo), residente nella comunità di Dongting, città di Dali, distretto di Nanhai, ha dichiarato a The Epoch Times che non ci sono casi confermati di COVID-19 né contatti stretti di un caso confermato. Tuttavia, le autorità locali hanno ripetutamente esteso il blocco senza alcuna spiegazione e non hanno fornito documenti o aggiornamenti ufficiali durante il periodo di chiusura.

“Non abbiamo alcun caso [COVID-19] qui, nessuna infezione confermata, non abbiamo nemmeno alcun contatto ravvicinato confermato con un caso. Abbiamo collaborato con il blocco di 14 giorni e non l’hanno revocato”, ha detto Wang.

“Ora che sono trascorsi i 14 giorni, [le autorità locali] non hanno né revocato il blocco né ci hanno detto se sarebbe continuato. Quello che sentiamo è solo sentito dire. [Le autorità] hanno rilasciato un documento al padrone di casa, così sappiamo che è stato prorogato di altri tre giorni. Abbiamo tollerato i tre giorni in più, ma non è stato organizzato un singolo test COVID-19 durante i tre lunghi giorni di blocco … Abbiamo appreso da fonti non ufficiali che il blocco sarebbe stato ulteriormente esteso, ed è per questo che non abbiamo potuto sopportarlo più la scorsa notte e siamo scoppiati”, ha detto Wang.

Queste persone devono essere veramente esasperate, visti i rischi che corrono per protestare in Cina, dove si può sparire per molto meno e comunque vige il sistema del “Social scoring”, per cui se protesti non puoi poi più viaggiare.

Inoltre si è deciso di testare la popolazione in massa, come  nel Dogguang oppure presso le industrie Foxconn, quelle che producono componenti peer Iphone ed Ipad. Le immagini sulle file per essere testati sono veramente impressionanti e fanno capire come mai, ogni tanto, qualcuno perda la pazienza.

Bisogna proprio essere armati di tanta pazienza in Cina!

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito