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Lo Shale Oil risolverà la tragedia energetica USA?

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Gli estrattori petroliferi da scisto degli USA sono politicamente motivati a non aumentare ancora le proprie estrazioni?

Quando il presidente Joe Biden ha invitato per la prima volta l’OPEC ad aumentare la produzione all’inizio di quest’anno, ha ricevuto una risposta rabbiosa dal governatore del Texas Greg Abbott, che gli ah seccamente detto di “fare marcia indietro” e lasciare che le società americane si occupassero del problema dell’offerta che stava spingendo i prezzi del carburante più in alto . L’imbarazzante rapporto tra l’attuale amministrazione di Washington e l’industria petrolifera, che tende politicamente a destra, è stata ripetutamente evidenziata dai media insieme alle mosse anti petrolifere di Biden, come quelle relative all’oleodotto Keystone XL e il temporaneo moratoria sulle trivellazioni di petrolio e gas nelle terre federali.

Però anche la politica, a un certo punto, deve piegarsi all’economia e al bjusiness, per cui i produttori di petrolio da scisto dovrebbero tornare a produrre massicciamente. Perchè non lo fanno, o non lo fanno ancora?

I motivi sono essenzialmente due:

  • prima di tutto traggono grandi profitti dai prezzi alti attuali del petrolio e questo è utile dato che devono riprendersi da almeno 12 mesi di vera carestia;
  • sanno benissimo che il vero Re del mercato è l’Arabia Saudita, per cui non è saggio andare a provocare, con eccessi sul mercato, contro un concorrente molto più dotato.

Se a questo aggiungiamo le motivazioni di carattere politico possiamo capire che la soluzione a problemi energetici statunitensi e ai prezzi elevati non arriverà subito, anzi richiederà tempo. Se poi Biden non ci fosse sarebbe pure meglio.

 


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