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L’insostenibile pesantezza della normativa UE (di Giulio Betti).

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Riceviamo a pubblichiamo. 

Ieri al tg3 Marche sento la notizia dei pescatori marchigiani in rivolta, perchè l’Ue con regolamento del 2006 ha vietato la commercializzazione delle vongole con una dimensione inferiore a 25 mm.

Chi commercializza vongole inferiori a questa misura rischia sanzioni amministrative salatissime per varie migliaia di euro, si possono ricevere multe di 4500 euro, per intenderci. Posto che le vongole che vengono pescate in Adriatico oggi sono in media di 22 mm, molti pescatori , dati i rischi  di sanzioni pecuniarie,   rinunciano addirittura a salpare, con conseguente calo di lavoro per i pescatori che ovviamente guadagnano sempre meno.  Non solo, l’offerta di vongole inevitabilmente si riduce, e per le note leggi di mercato il prezzo sale.

Quindi la maggior parte dei consumatori optano per l’acquisto prodotti provenienti dall’estero, soprattutto da Cina e Filippine. Com’era la storiella? “L’Ue ci avrebbe difeso dalla Cina!” Giusto? Considerato che in Italia il giro d’affari in questo settore è pari a 70 milioni di euro, sono ben comprensibili le ricadute sull’occupazione e sui salari causate da chi ha elaborato queste assurde norme a migliaia di chilometri di distanza dalle nostre terre nel suo ufficio a Bruxelles. Voi che dite? Per caso l’Unione Europea condiziona le nostre vite? Riprenderci la sovranità monetaria e giuridica significa riprendersi le chiavi di casa. Comprendiamolo. Agiamo.

 

NdR: nel caso specifico, che ho seguito tempo fa, all’insipienza della UE si è unita quella del Ministero delle risorse agricole che non si è interessato, lasciando che a base della normativa UE finisse un vecchio progetto di legge degli anni ’60-’70, mai trasformato.


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