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Analisi e studi

L’inflazione USA non cala, la riduzione dei tassi della FED si allontana e i mercati piangono

L’inflazione negli USA non si è ridotta come atteso, a casua, soprattutto, dei prezzi dei servizi, ma questo impatta duramente sulle decisioni della Federal Reserve dal punto di vista dei tassi di interesse, e quindi sui mercati finanziari

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Banconote dollari
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Cattive notizie per gli USA dall’inflazione che sembra essere più presente di quanto si pensasse e che, soprattutto, verrà ad avere delle conseguenze sui mercati e sull’economia.

Il tasso d’inflazione annuale negli Stati Uniti è salito inaspettatamente al 3,2% nel febbraio 2024, rispetto al 3,1% di gennaio e al di sopra delle previsioni del 3,1%.

I costi energetici sono scesi molto meno del previsto (-1,9% contro il -4,6% di gennaio), con la benzina in calo del 3,9% (contro il -6,4%), il servizio di gas di utilità in calo dell’8,8% (contro il -17,8%) e l’olio combustibile in calo del 5,4% (contro il -14,2%).

Nel frattempo, i prezzi sono aumentati a un ritmo più morbido per gli alimenti (2,2% vs 2,6%), gli alloggi (5,7% vs 6%), i veicoli nuovi (0,4% vs 0,7%) e le cure mediche (2,9% vs 3%). Inoltre, il costo è rimasto stabile per l’abbigliamento (0% vs 0,1%) e ha continuato a diminuire per le auto e i camion usati (-1,8% vs -3,5%).

Al contrario, i prezzi hanno continuato a salire bruscamente per i trasporti (9,9% vs 9,5%). Nel frattempo, il tasso di inflazione mensile è salito allo 0,4% dallo 0,3%, con i prezzi dei beni rifugio e della benzina che hanno contribuito per oltre il 60% dell’aumento.

D’altra parte, l’inflazione core si è ridotta al 3,8% dal 3,9%, rispetto alle previsioni del 3,7%, e questo è coerente con i minori aumenti nei salari visti ieri. Il tasso mensile è rimasto fermo allo 0,4%, invece delle previsioni dello 0,3%.

Ecco il grafico sull’inflazione:

Il fatto che l’inflazione negli USA non stia rallentando come ci si attendeva ha delle conseguenze sulla politica monetaria.  I falchi della FED non hanno un’incentivo alla riduzione dei tassi che, quindi, si allontana nel tempo la decisione relativa.

Eppure i mercati, ultimamente, si sono basati molto su questa aspettativa per cui la maggiore inflazione viene ad avere degli effetti. Prendiamo ad esempio Bitcoin: dopo una serie di record nel valore della valuta ieri è stata una giornata di calo, se non addirittura un momento di panico quando proprio questa inflazione è stata annunciata

Ora magari BTC si riprenderà, ma, nello stesso temp, questo dato inflattivo avrà degli effetti sull’economia molto superiori rispetto allo 0,1%  in più che non era atteso, proprio perché influenzerà una politica monetaria che, in questo momento, è più che mai incerta.

Un ultimo pensiero: l’inflazione è figlia anche della notevole spesa pubblica pre-elettorale della presidenza Biden, che gradirebbe un taglio dei tassi. Però proprio l’inflazione ancora alta impedirà la riduzione dei tassi stessi. Abbiamo un cane che si morsica la coda.


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