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LE SCORTE: IL VERO SEGRETO DELLA CRESCITA RENZIANA (ovvero gioire per la flebile luce prodotta da una candela….di dinamite)

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Siamo alle solite, un flebile soffio di vento viene scambiato per un poderoso e potente ciclone capace di stravolgere una realtà ogni giorno sempre più ostile all’Inetto (Dannunziano).

E’ di ieri il solito squillo di trombe di chi registra i numeri senza averne la capacità di leggerli (ciao amici dell’Istituto Luce):

scorte 7Tralasciamo la parte del tweet in cui l’Inetto parla dell’occupazione per concentrarci sull’esultanza da stadio (a proposito, auguri per la gaffe sul Teramo): “cresce il pil……”.

E’ vero, il PIL cresce ma non accade a causa dei ben noti driver che conosciamo da tempo, bensì per fattori esogeni ai suddetti: le scorte!

Le aziende hanno avuto accesso a denaro facile e poco costoso (si pensi a FCA BANK e alle enormi agevolazioni per la sostituzione dell’auto con costo del denaro quasi nullo) e questo ha convinto gli imprenditori di tutto il mondo ad investire nella ricostituzione delle scorte:

scorte 1

e cio’ ha determinato la spinta in alto del PIL:

scorte 2

Per la precisione, il 67% della crescita è spiegato dalle scorte incrementate!

Quindi ognuno sarà portato a dire: eh ma le scorte sono comunque una componente importante per l’economia!

E certo! Rispondo io.

Ma sono ben altro da quello che noi siamo portati oggi a considerare:

scorte 3

Dalle slide del presente corso possiamo comprendere che:

scorte 5la loro funzione non è massimizzare la produttività industriale (minimizzando così il costo unitario di produzione) onde ridurre il prezzo al punto tale da invogliare quanti più consumatori ad acquistare in massa i nostri beni, bensì:

  • ottimizzare l’approvvigionamento;
  • supportare l’attività di vendita (che sovente ha picchi di massimo e di minimo);
  • garantire l’armonizzazione tra produzione e vendita;
  • contenere il costo della merce giacente a magazzino che assorbe liquidità aziendale.

Di tal guisa, le scorte debbono esser gestite non sulla base di minini assoluti (quando l’economia non tira) e di massimi assoluti (quando si presuppone che l’economia tirerà), bensì di appositi grafici collegati alle vendite e alla capacità produttiva giornaliera della fabbrica. Da tale sistema, nasce il famoso diagramma a a denti di sega:

scorte 4

Capite bene allora che se di un coltello invece che farne l’uso per il quale la coltelleria l’ha pensato (affettare salumi e prosciutti), viene impiegato x il lancio, esso può anche rivoltarsi contro e diventare pericoloso.

Cosa intendo dire?

Semplicemente che le scorte di magazzino possono essere più pericolose del più affilato dei coltelli mai prodotti dalla più prestigiosa maestranza di coltelleria.

Guardate il livello delle scorte raggiunte in USA dal sistema industriale:

scorte 8

Siamo estremamente vicini al punto che esse avevano prima del crollo del 2009!

Boom and bust!

Crescita nell’ottica del ciclo di Kondriatieff!

E guardate questo grafico:

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Le scorte di auto in Cina hanno raggiunto la copertura del fabbisogno di 6 mesi (contro valori normalmente di gran lunga inferiori in situazioni di loro corretto impiego). E secondo voi cosa accade ad un’economia quando si trova in queste situazioni?:

scorte 9 scorte 10 scorte 11

Chissà se Renzi nei prossimi due anni (quando Squinzi and Friends chiuderanno i cordoni della borsa nuovamente) avrà ancora voglia di gioire per la sua crescita basata sul……riempimento di spazi vuoti (con cose che nessuno comprerà mai in quanto sprovvisto di vil pecunia di scambio)?

“La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri”

(Antonio Gramsci, Lettere dal carcere, 1926-1937)

 

Maurizio Gustinicchi

A MAURI E IL PROF

 

 

 

 


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