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Le assemblee dei soci di Exxon e Chevron respingono le risoluzioni climatiche per il controllo del CO2

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Le maggioranze schiaccianti degli azionisti di ExxonMobil e Chevron hanno respinto tutte le proposte e le risoluzioni relative alla prevenzione del cambiamento climatico in occasione delle assemblee generali annuali delle due multinazionali statunitensi tenutesi mercoledì.

Il sostegno degli azionisti per la divulgazione dei rischi climatici e per un impegno più forte a ridurre le emissioni è stato inferiore quest’anno rispetto alle assemblee generali dello scorso anno di entrambi i giganti del petrolio e del gas.
Alla Exxon, gli azionisti hanno respinto tutte le risoluzioni relative al clima, alcune con una maggioranza schiacciante, secondo i risultati preliminari del voto per delega.

Appare evidente come l’attivismo climatico stia passando di moda molto rapidameente, per lo meno negli USA.

Solo l’1,6% degli azionisti ha votato a favore dell’istituzione di un nuovo comitato del consiglio di amministrazione sul rischio di decarbonizzazione e solo il 5,2% ha appoggiato la proposta di un rapporto supplementare sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio e sulle emissioni.

La proposta di stabilire un obiettivo di emissioni Scope 3 e di ridurre le vendite di idrocarburi è stata respinta con l’89,5% di voti contrari e il 10,5% di voti favorevoli. Anche le proposte di un rapporto sull’impatto sociale della transizione energetica e di una rendicontazione dei gas serra su base rettificata sono state respinte con oltre l’80% di voti contrari.

Alla Chevron, secondo i risultati preliminari del voto, il 90,4% dei voti espressi è stato contrario alla proposta di fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra a medio termine nell’ambito dello Scope 3. Inoltre, il 98,4% dei voti espressi è stato contrario alla proposta di fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra a medio termine.

Inoltre, il 98,4% dei voti espressi ha votato contro la proposta di istituire un comitato del Consiglio di amministrazione sul rischio di decarbonizzazione, mentre l’81,4% dei voti espressi ha votato contro la proposta di riferire sull’impatto sui lavoratori e sulla comunità delle chiusure degli impianti e delle transizioni energetiche.

Prima delle assemblee, i consigli di amministrazione di Chevron e Exxon avevano dichiarato nelle dichiarazioni di voto che il mondo avrebbe avuto bisogno di petrolio e gas nella transizione energetica.

A nostro avviso, questa proposta riflette l’obiettivo di fondo del proponente di ridurre l’offerta di petrolio e gas naturale in un momento della transizione energetica in cui non esistono alternative valide su scala. È eccessivamente prescrittiva e applica in modo errato a una singola azienda un parametro destinato a misurare i progressi della società nella riduzione delle emissioni“, ha dichiarato Exxon.

Chevron, da parte sua, ha dichiarato: “Il viaggio verso un futuro a più basse emissioni di carbonio richiederà ancora petrolio e gas come parte del mix energetico in quasi tutti gli scenari, in particolare nei settori che non hanno sostituti efficaci, come i viaggi aerei, i trasporti pesanti e le attività industriali, che contribuiscono tutti alle emissioni dell’ambito 3“.


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