Attualità
LE ARMI DI ERDOGAN: 50 BOMBE NUCLEARI E 3,5 MILIONI DI PROFUGHI IN OSTAGGIO
Le migliori armi di ricatto di Erdogan verso NATO ed UE le ha fornite l’occidente stesso, nella propria usuale visione di breve periodo , scevra di ogni minimo studio della storia.
Trump ha annunciato sanzioni economiche alla Turchia, nello specifico:
- imposizione dei dazi sull’acciaio turco esportato negli USA;
- cancellazione di un accordo commerciale da 100 miliardi;
- l’invio del vicepresidente Pence per convincere alla fine dell’ostilità contro i curdi;
Nello stesso tempo però gli USA hanno fornito la più grande arma di ricatto ad Erdogan. Attualmente si valuta che siano ben 50 le testate nucleare tattiche custodite nella base turca di Incirlik. Gli USA custodiscono circa 150 armi nucleari tattiche in europa in diverse location, fra cui Aviano e Ghedi.
Si tratta di armi a caduta libera tipo B61, recentemente aggiornate, che possono essere trasportati da cacciabombardieri F 16, F 18 o Tornado.
Il dipartimento della difesa pare, secondo il NYT, stia aggiornando un piano per il trasloco, senza fare clamore, delle testate in una base più sicura in Europa perchè, potenzialmente, la base di Incirlik è facilmente occupabile dall’esercito turco e frizioni vi sono già state nei mesi scorsi. I turchi in Siria non si sono fatti dei problemi a bombardare i soldati USA, e non è stato un attacco casuale, ma preordinato.
Un fatto noto è che Erdogan voglia dotarsi di armi nucleari e quelle USA sono già belle e pronte. Al Sultano basterebbe, con un pretesto, bloccare la base e sarebbero a sua disposizione.
L’Europa si è rivelata, in questo, se possibile, anche più cieca, accettando che Erdogan utilizzasse la crisi dei rifugiati siriani, che ora sta lui stesso causando, come strumento di ricatto. Una posizione favorita dalla vigliaccheria, parliamo chiaramente, del governo tedesco che ha una paura barbina dell’aggressiva e numerosa minoranza islamica turca da lui stesso creata. Una dimostrazione palese di quanto corta sia la visione teutonica e la conferma della correttezza del noto detto che, quando uno pecora si fa, il lupo grigio se lo mangia.
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