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L’Arabia Saudita e gli USA mettono in allarme per un imminente attacco iraniano

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L’Arabia Saudita ha condiviso con gli Stati Uniti informazioni di intelligence che avvertono di un imminente attacco da parte dell’Iran contro obiettivi nel regno saudita, ponendo le forze armate americane e degli alleati in Medio Oriente su un livello di allerta elevato.

Il rapporto prosegue affermando che l’Iran è pronto ad attaccare sia il Regno che Erbil, in Iraq, nel tentativo di distrarre l’attenzione dalle proteste interne che hanno sconvolto il Paese da settembre. Una classica mossa politica dei governi con difficoltà fra il popolo.

In risposta all’avvertimento, l’Arabia Saudita – che fino a poco tempo fa era sulla “lista dei cattivi” dell’amministrazione Biden dopo che il principe ereditario aveva snobbato le richieste di Biden di non tagliare la produzione dell’OPEC+ – gli Stati Uniti e diversi altri Stati vicini hanno innalzato il livello di allerta delle loro forze militari, hanno dichiarato i funzionari. Non hanno fornito ulteriori dettagli sull’intelligence saudita.

Nel frattempo il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha dichiarato di essere preoccupato per gli avvertimenti e di essere pronto a rispondere se l’Iran dovesse compiere un attacco nel Medio Oriente.

“Siamo preoccupati per il quadro di minaccia e rimaniamo in costante contatto con i sauditi attraverso i canali militari e di intelligence”, ha dichiarato un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale. “Non esiteremo ad agire in difesa dei nostri interessi e dei nostri partner nella regione”.

Non era esattamente chiaro come attaccare l’Arabia Saudita e lanciare una guerra con un avversario molto meglio armato avrebbe “distratto l’attenzione” dai problemi interni dell’Iran, ma ciò che è molto chiaro è che se l’Arabia Saudita volesse far impennare il prezzo del petrolio, non userebbe un altro taglio dell’OPEC+, ma semplicemente ridurrebbe la produzione per motivi di sicurezza. Se poi la causa fosse un attacco del tradizionale avversario iraniano, tanto meglio.

Nelle ultime settimane l’Iran avrebbe attaccato il nord dell’Iraq con decine di missili balistici e droni armati, uno dei quali è stato abbattuto da un aereo da guerra statunitense mentre si dirigeva verso la città di Erbil, dove si trovano le truppe americane e che fa parte del territorio del Kurdistan filo occidentale. Teheran ha pubblicamente incolpato i gruppi separatisti curdi iraniani con sede nel Paese di aver fomentato i disordini in patria.

Le autorità iraniane hanno anche accusato pubblicamente l’Arabia Saudita, insieme a Stati Uniti e Israele, di aver istigato le manifestazioni.

Sebbene al momento non vi sia alcuna indicazione che questo rapporto sia qualcosa di più di una semplice battuta e propaganda dell’agenzia di intelligence, se la situazione dovesse effettivamente degenerare in un’altra polveriera del Golfo Persico, osserveremo il prezzo del petrolio esplodere a livelli moto elevati, rendendo ancora più stringente la crisi energetica europea e incrementando la spinta inflazionistica negli USA. Un colpo molto duro all’economia occidentale che non sarebbe sgradito a Mosca.

 


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