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Economia

La Turchia triplica le tasse sul carburante

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Cattive notizie per gli automobilisti turchi: domenica la Turchia ha aumentato del 200% la sua tassa speciale sui consumi sui carburanti, il che ha comportato benzina e diesel più costosi del 21% alla pompa, mentre Recep Tayyip Erdogan cerca di aumentare le entrate di bilancio dopo le massicce spese per la ricostruzione dal terremoto di febbraio e per il terremoto di maggio elezioni presidenziali che hanno visto il presidente turco assicurarsi altri cinque anni in carica. 

Le finanze pubbliche della Turchia si sono deteriorate poiché il paese ha dovuto pagare prezzi molto più alti per le importazioni di energia e ha stanziato fondi per la ricostruzione delle aree colpite dal devastante terremoto in Turchia e in Siria all’inizio di febbraio. Erdogan ha anche speso una pazzia in vista delle elezioni presidenziali di maggio. La politica di contenimennto che  aveva funzionato sino al 2022 è saltata

Quindi ci sono i disastri naturali da sanare: complessivamente, si stima che la ricostruzione dopo il terremoto costerà alla Turchia circa 100 miliardi di dollari.

Il paese, tuttavia, ha avuto difficoltà finanziarie negli ultimi anni e ha visto tassi di inflazione a due cifre e persino l’85% di inflazione alla fine dello scorso anno. La Turchia ha cercato di impedire il collasso della sua valuta e ha speso molte delle sue riserve di valuta estera per farlo. Quindi l’inflazione elevatissima rende complesso il finanziamento del deficit, perché una parte del debito deve essere emesso in valuta forte, soprattutto Dollaro, le cui riserve sono al minimo.

La tassa sul consumo di carburante, triplicata questo fine settimana, è l’ultima mossa per riscuotere entrate per un aumento del budget.

Questa tassa, insieme all’imposta sul valore aggiunto, farà aumentare del 21% i prezzi della benzina e del diesel per i consumatori, il che alimenterebbe ulteriormente l’inflazione. Ne vredremo presto gli effetti.
A giugno il tasso di inflazione della Turchia era al 38,21% rispetto a giugno 2022, leggermente inferiore alle attese, ma il crollo della lira turca continua a preoccupare le finanze pubbliche.

Nonostante l’aumento dell’inflazione, il turco Erdogan ha insistito fino a poco tempo fa per mantenere i tassi di interesse più bassi possibile, presentandosi alle elezioni di maggio su una piattaforma di bassi tassi di interesse. Post elezioni il tasso di riferimento della Banca centrale turca è stato portato seccamente dal 8,5% al 15% in un solo aumento. Una forte correzione per la cosiddetta “Erdoganomics”, avvenuta dopo l’ennesimo cambio di guardia alla guida dell’istituto centrale.

 


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