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La Russia vuole incrementare del 50% l’export di gas in Cina nel 2023

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La Russia prevede di aumentare le esportazioni di gas naturale verso la Cina di quasi il 50% quest’anno, ha dichiarato il vice primo ministro Alexander Novak. La russa Gazprom invia gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia, in base a un contratto trentennale del valore complessivo di 400 miliardi di dollari. Il gasdotto è stato lanciato nel 2019 e l’anno scorso è stato attraversato da 15,5 miliardi di metri cubi di gas. Quest’anno dovrebbe aumentare a 22 miliardi di metri cubi e raggiungere gradualmente la piena capacità di 38 miliardi di metri cubi nel 2027. “L’anno scorso le forniture di gas sono state di 15 miliardi di metri cubi. Nel 2023, prevediamo 22 miliardi di metri cubi, un aumento di quasi il 50%”, ha dichiarato Novak.

Inoltre è prevista l’espansione del Power of Siberia con un gasdotto gemello, il Power of Siberia-2, con l’obiettivo di aumentare le forniture di gas alla Cina ad almeno 98 miliardi di metri cubi entro il 2030. Tuttavia, si tratta di una cifra sostanzialmente inferiore rispetto al record di 177 miliardi di metri cubi forniti all’Europa nel 2018 e nel 2019, osserva Reuters. Il vice premier ha anche affermato che la Russia sta ricevendo più pagamenti in Yuan per le sue esportazioni di petrolio e gas, a fianco dei pagamenti in Rubli. Lo Yuan viene poi utilizzato per ripagare le importazioni di prodotti industriali dalla Cina.

Questa tendenza fa parte di quello che di fatto equivale a un divorzio tra la Russia e l’Occidente sulla scia dell’invasione dell’Ucraina da parte della prima e della risposta del secondo, che ha assunto la forma di una raffica di sanzioni e sequestri di beni.
“Lo Yuan e il Rublo sono molto richiesti, quindi questo vettore continuerà. La Cina paga già in yuan per il gas e in parte per il petrolio, ma ci sono anche accordi in rubli”, ha dichiarato Novak ai media russi, come citato dalla Reuters.

L’anno scorso la valuta cinese ha rappresentato il 23% dei pagamenti delle importazioni russe, in aumento rispetto al 4% dell’anno precedente. Quindi la Russia riesce a prendere due piccioni con una fava: diminuisce la dipendenza da Dollaro USA e sostituisce come cliente la UE, che ha imposto sanzioni dopo l’inizio del conflitto con l’Ucraina.


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