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La Russia minaccia di fermare le esportazioni di uranio arricchito: colpite la UE e gli USA

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Diverse settimane fa, quando Biden ha istituito un divieto all’ingrosso sulle esportazioni di energia russe, ha esplicitamente escluso i fornitori di uranio russi per il semplice motivo che gli Stati Uniti dipendono molto dalla Russia per le sue esigenze di centrali nucleari – dopotutto, la Russia è la terza- principale fonte di uranio statunitense, rappresentando circa il 16% del totale delle importazioni statunitensi.

Qualcuno quindi si è chiesto che cosa succederebbe se Putin bloccasse l’export di uranio arricchito ad uso civile, negli USA, ma anche altrove.

Ebbene, pochi istanti fa la questione molto spinosa dell’uranio russo è giunta al culmine quando l’agenzia di stampa russa TASS ha citato il vice primo ministro Novak, il quale ha affermato che la Russia sta valutando la possibilità di vietare le esportazioni di uranio.

Questo imporrebbe alle centrali nucleari americane di trovare un fornitore sostitutivo in beve termine, e infatti le azioni delle società del settore uranio negli USA sono cresciute all’annuncio:

Il problema maggiore sarebbe però per l’Europa. Infatti il vecchio continente ha una dipendenza ben maggiore dall’uranio russo:

 

Oltre il 20% dell’uranio utilizzato nella UE proviene dalla Russia. Non una quantità insostituibile, anche perché quantitativamente non è moltissimo, ma che comunque obbligherebbe, anche in quel settore, a ricercare nuove fonti, magari non semplici. Intanto l’Europa continua nella produzione massiccia dei suoi maggiori output: arroganza e parole.


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