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Euro crisis

La legge di Gresham: dalla storia una via d’uscita dolce dall’euro ?

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Sir Thomas Gresham (1519-1579)

 

L’Euro ha generato squilibri fortissimi fra le bilance commerciali dei paesi europei, come recentemente ha sottolineato l’ex presidente della FED Ben Bernake, il che genera , come sappiamo bene, forti squilibri nei tassi di sviluppo dei diversi paesi, nei loro tassi di disoccupazione e nel loro tessuti sociali. La situazione di Grecia, Italia, Francia, Portogallo, Cipro e Spagna sono portate al proprio limite sociale da una gabbia costituita dalla moneta unica, che ha posto in concorrenza diretta sistemi economici molto diversi. Consideriamo che poi i paesi nordici spingono sempre per una politica di contenimento folle della spesa e degli investimenti, rendendo ancora più complesso il riequilibrio all’interno dell’Unione, e che la recente politica monetaria espansiva della BCE non ha ancora dato, nella realtà, frutti  sufficienti.

Una soluzione al problema potrebbe essere la frattura, parziale o totale, dell’Eurozona, ma questa proposta si scontra con problemi non facilmente risolvibili legati alla conversione dei crediti e dei debiti nei confronti del sistema creditizio e delle aziende private, oltre al problema della conversione del debito pubblico dei singoli paesi. Aggiungiamo a questi fattori il problema psicologico legato alla comunicazione della necessità della riconversioni alle valute nazionali ad una popolazione spaventata, stanca e poco informata, ed il problema politico di ottenere questa operazione da parte di una classe politica malata ed egoista che, di punto in bianco, dovrebbe sconfessare completamente le politiche economiche e monetarie che ha seguito negli ultimi venti anni.  Quindi questa soluzione, per quanto logica ed auspicabile, diviene i di improbabile applicazione.

Una seconda soluzione , diciamo così di ripiego, potrebbe essere l’introduzione di monete complementari nazionali o regionali, la cui circolazione legale dovrebbe essere limitata ad aree economicamente uniformi.  Queste monete non sostituirebbero l’euro, ma dovrebbero accompagnarlo, restituendo alle autorità nazionali o regionali una certa  autonomia monetaria ed incrementando una base monetaria asfittica. La moneta complementare regionale o statale avrebbe corso legale al fianco dell’euro nelle are di competenza con un regime, almeno iniziale di parità. Ricordiamo che monete complementari regionali già esistono anche in Italia (vedi Sardex) ed hanno un certo successo.

Quale sarebbe l’interazione fra moneta complementare e moneta principale, cioè l’euro? Lo studio fra monete diverse aventi  uguale valore legale, ma caratteristiche intrinseche diverse ha dato origine all’elaborazione della Legge di Gresham, ed è forse uno dei temi più studiati nella storia dell’economia.

 

ENUNCIATO DELLA LEGGE DI GRESHAM

Quando un governo mantiene due specie monetarie in circolazione legale, una delle quali si trova sopravvalutata rispetto all’altra per una o più caratteristiche, la moneta sottovalutata sparirà dalla circolazione e verrà tesaurizzata, mentre la specie monetaria sopravvalutata verrà utilizzata negli scambi. Questa affermazione è più comunemente conosciuta nella forma popolare : “La moneta cattiva scaccia la moneta buona”. 

Perchè la legge di Gresham abbia valore è necessario che le due speci monetarie diverse abbiano entrambe corso legale. Non è importante la natura delle monete in questione, nè il conio metallico o cartaceo, ma che entrambe siano, per forza di legge , accettate come strumento di pagamento.

 

BREVE STORIA DELLA LEGGE DI GRESHAM

Gli studi sul funzionamento dei sistemi multivaluta sono antichi quanto l’economia. In occidenti i primi studi, con le prime espressioni della “Legge di Gresham” risalgono al Medioevo.

Oresme

 

(Niccolò Oresme – 1322-1382)

Una prima versione di questa legge fu espressa dal vescovo, filosofo, matematico ed economista  francese Niccolò Oresme. nel suo trattato De origine, natura, jure et mutationibus monetarum, oltre ad  affermare che la moneta è del popolo e non del principe che non può manipolarne il valore,( divenendo quindi il primo economista anti euro della storia…. ) , per la prima volta osservava la sparizione delle moneti più “Forti” in un sistema multivalutario.

copernico1Niccolò Copernico (1473-1543)

 L’astronomo Niccolò Copernico nel suo Monetae Cutendae Ratio, cioè Sul principio di coniazione delle monete, scritto per il re di Polonia e presentato alla Dieta di Prussia, all’epoca parte della Polonia,  oltre ad intuire i principi che regolano la massa monetaria, la sua velocità di circolazione ed i principi inflattivi, registrava l’effetto della “Legge di Gresham” nell’ambito della Prussia dove circolavano legalmente tre diverse monete di cui le due con valore intrinseco più elevato erano scomparse , mentre quella di valore inferiore continuava a circolare ed essere utilizzata.

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Sir Thomas Gresham (1519-1579)

 Passiamo quindi ad occuparci del personaggio storico a cui questa legge è dedicata: Sir Thomas Gresham. Proveniente da una famiglia di tradizioni mercantili da giovane si spostò ad operare nei paesi bassi, dove acquisì una notevole pratica nel principale mercato valutario dell’epoca, quello di Antwerp.  le sue capacità non rimasero nascoste e presto  il re Edoardo VI si rivolse a lui per rafforzare il corso della sterlina inglese sui mercati internazionali, cosa che il nostro svolse benissimo tanto da liberare dal fardello del debito il suo committente. Successivamente svolse attività diplomatiche e di politica monetaria per le regine Maria ed Elisabetta. Nel  1565 fonda il Royal Exchange a Londra, sul modello della borsa valute di Antwerp. La sua straordinaria carriera si chiuse con un atto di beneficenza che portò alla fondazione del Gresham College a Londra. Curiosamente egli non affermò mai in via esplicita la legge che porta il suo nome, anche se i suoi scritti e le sue attività, come ad esempio quando domandò la restaurazione di una valuta inglese svalutata alla regina Elisabetta, lasciano intuire che ne conosceva le ricadute pratiche. Fu un economista del XIX secolo, Henry Dunning Macleod, che lesse fra le righe delle opere di Gresham la famosa legge e che  glie ne assegnò, immeritatamente, la paternità.

ESEMPI DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE DI GRESHAM 

I casi in cui si è vista in pratica un’applicazione della legge di Gresham sono innumerevoli, soprattutto nelle epoche in cui era normale monete con diverso saggio di metallo prezioso avessero corso legale nello stesso momento. Potremmo partire proprio dal caso affrontato da Gresham: durante il regno di Enrico VIII il re, per evitare di aumentare la tassazione e, nello steso tempo, finanziare le proprie guerre in Francia, aveva emesso un penny con il 40% di argento in meno, ma che aveva corso legale come le altre monete emesse dai regnanti precedenti. La comparsa di questa moneta aveva spinto i mercanti inglesi  alla tesaurizzazione  delle monete più pregiate, lasciando alla circolazione .

Altri casi di applicazione della legge di Gresham sono avvenuti nel XX secolo quando le ultime monete  in argento convivano con quelle in materiale non prezioso, quale , ad esempio, la sparizione dei mezzi dollari d’argento anteriori al 1965, con il o90% di argento quando, successivamente, furono emesse monete con un tenore d’argento pari solo al 40%. Quando nel 1971 il tesoro statunitense rinunciò ad includere metallo prezioso nelle monete anche i mezzi dollari successivi al 1965 scomparirono, perchè comunque con valore intrinseco superiore alle emissioni successive.

In forma più curiosa questo si è ripetuto dopo il 2007 con i centesimi di dollaro, contenti rame e zinco per un valore superiore al loro valore facciale , il che portò prima alla loro sparizione e quindi all’emissione del divieto di esportazione di monete metalliche per fusione.

Esistono anche varianti particolari della legge di Gresham, quale la “Legge di Thiers” o “Legge di Gresham inversa”. Questo effetto particolare si crea quando una valuta diviene talmente debole da non essere, apparentemente, più accettata come mezzo di scambio ed uscire dal mercato. Prendiamo ad esempio i fenomeni di dollarizzazione delle economie dell’est europa nei primi anni ’90, oppure dell’economia Israeliana nel 1980: in questi casi il dollaro sostituì nell’uso comune le svalutate monete locali, ma il dollaro in teoria NON aveva corso legale in quei paesi, che avevano un sistema di cambi fissi di stato. Il premio nobel Mundell notò allora che la legge di Gresham funziona quando tutte le valute hanno corso legale , cioè : “La moneta cattiva scaccia la moneta buona quando queste sono scambiate allo stesso valore”. Notiamo che , nel caso della dollarizzazione delle economie , il problema era che il dollaro era  scambiato a tasso fisso di stato, per cui, rispetto al mercato, il dollaro era sottovalutato rispetto alla moneta nazionale, che era sopravvalutata. Quindi la moneta “Cattiva”, secondo il corso forzoso applicato, ha cacciato via quella “sopravvalutata”, cioè la moneta nazionale, che , nel caso specifico, non è stata tesaurizzata, ma è proprio sparita… Quindi la legge di Gresham estesa può essere applicata anche a casi in cui una valuta non ha corso legale, ma viene comunque utilizzata come mezzo di pagamento degli scambi, anche se in questo caso la moneta forzatamente sopravvalutata più che essere tesaurizzata verrà a scomparire dagli scambi comuni venendo riservata a categorie di scambi particolari, come le transazioni fra nazioni e pubbliche amministrazioni.

Vediamo ora un caso particolare di applicazione della Legge di Gresham dei nostri giorni. Le notizie dei giornali hanno recentemente riportato la sparizione delle banconote da 500 euro, in quanto le banconote stesso sono state o depositate in banca o tesaurizzate.In questo caso il “Valore intrinseco” delle banconote da 500 euro è superiore al “Valore intrinseco” delle altre banconote, in quanto le prime hanno una maggiore facilità di trasferimento e di conservazione, per cui la “Moneta peggiore” ha cacciato dall’uso la “Moneta migliore”, proprio nella migliore tradizione di Gresham.

MONETA COMPLEMENTARE E LEGGE DI GRESHAM

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Moneta complementare cartacea: il “Bristol Pound”

Come interagirebbero , in uno stesso ambiente economico, l’euro ed una moneta complementare nazionale ? Per  valutare l’effetto possiamo premettere che :

– moneta complementare nazionale/locale e moneta sovranazionale avrebbero entrambe corso legale, su base di parità sul territorio di competenza ;

– la moneta sovranazionale avrebbe il vantaggio di essere utilizzabile direttamente sul mercato dell’Unione Monetaria, mentre la moneta nazionale/locale avrebbe un mercato più limitato;

– la moneta complementare partirebbe con una percezione meno positiva rispetto all’euro, che gode di decenni di propaganda europeista la cui veridicità si è rivelata inversamente proporzionale rispetto all’intensità.

Quindi se ipotizziamo una situazione iniziale di parità fra la valuta complementare e la valuta principale, nel caso corretto di pari valore legale per le due valute, avremmo che la legge di Gresham progressivamente porterebbe alla tesaurizzazione e quindi alla sparizione dall’utilizzo quotidiano dell’euro, che , nell’uso comune, verrebbe sostituito dalla moneta complementare. Affinchè questo possa avvenire sarebbe necessaria una legislazione che garantisca il corso legale ad entrambe le valute. 

La legge di Gresham, con le dovute premesse ,permetterebbe un’uscita “Dolce” dalla moneta unica, che, formalmente, non sarebbe abbandonata, ma che verrebbe penalizzata nell’uso pratico, quello di cui dovrebbero occuparsi le politiche economiche.

 


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