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Economia

La Germania condannata alla decadenza da demagogie verdi e austerità sugli investimenti

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Il pessimismo regna in Germania: “L’industria è in una situazione critica”, ha dichiarato Siegfried Russwurm, presidente della Federazione delle Industrie Tedesche (BDI), all’agenzia di stampa DPA, prevedendo licenziamenti. “Siamo in una grave crisi economica”, ha dichiarato il suo omologo dell’associazione dei datori di lavoro (BDA), Rainer Dulger, che di solito è più cauto. “Peter Adrian, responsabile della Camera di Commercio e dell’Industria (DIHK), ha cercato di mettere le cose in prospettiva.

Un’economia decadente

Pubblicate a metà dicembre, le previsioni dei tre principali istituti di ricerca economica contraddicono al ribasso quelle elaborate dal governo come base della sua politica fiscale. Secondo l’IFO, l‘IW e il DIW, la crescita del PIL sarà compresa tra lo 0,5% e lo 0,9%, rispetto all’1,3% calcolato dal Ministero dell’Economia. “Le incertezze stanno ritardando la ripresa, in quanto aumentano la propensione al risparmio dei consumatori e rendono le imprese e le famiglie meno disposte a investire”, ha sintetizzato Timo Wollmershäuser, Presidente dell’IFO. Il fatto che tutti gli istituti di ricerca economica indichino una crescita inferiore a quella preventivata dal governo è anche significativo del fatto che il deficit di bilancio, calcolato in percentuale del PIL, sarà superiore a quanto narrato da Berlino.

Il sentimento delle imprese è crollato a dicembre: 23 dei 47 settori intervistati dall’Institut de l’économie (IW) prevedono un calo della produzione. Solo 9 prevedono un aumento. Particolarmente colpiti sono i settori della chimica, dell’acciaio, della carta, della ceramica e del vetro, che consumano circa l’80% dell’energia industriale e che erano la base della crescita economica tedesca in passato. Eppure queste industrie rappresentano solo il 15% del valore aggiunto del settore secondario. I rivenditori, dal canto loro, lamentano un dicembre povero, nonostante l’avvicinarsi delle festività.

Debolezze strutturali

Le debolezze economiche sono note da tempo: l’aumento dei tassi d’interesse e dei costi dell’energia, la riduzione del potere d’acquisto e gli sconvolgimenti geopolitici stanno indebolendo soprattutto un’industria largamente orientata all’esportazione. Ma queste argomentazioni non sono più sufficienti, come si sente dire nel dibattito pubblico. “I prezzi dell’energia e i tassi di interesse sono alti per tutti. Il problema è che gli altri crescono mentre noi diminuiamo”, ha dichiarato il capo economista dell’IFO Clemens Fuest. Chi si ricorda l’effetto della seconda legge di Kaldor sulla produttività? Vedrete che nei prossimi anni i tedeschi appariranno molto poco produttivi…

Secondo l’ultimo rapporto annuale redatto dalla Banca di Credito Edilizio (KfW), i comuni tedeschi – tradizionalmente fonte di metà degli investimenti pubblici – soffrono di un arretrato di investimenti di 160 miliardi di euro. Gli investimenti statali netti sono negativi dal 2002. Una strategia che ha privilegiato il “Tetto al debito” e l’austerità alla dotazione di efficaci infrastrutture, e ora il paese non avrà debiti, ma non ha neanche autostrade moderni, reti efficienti, treni all’avanguardia. Perché il debito viene lasciato ai figli esattamente come i beni che ha generato. 

“La più grande minaccia per il paese oggi è il fatto che lo Stato ha vissuto con l’osso negli ultimi vent’anni”, afferma Marcel Fratzscher, presidente dell’Istituto DIW. Secondo le sue stime, sono necessari ulteriori investimenti, sia pubblici che privati, per un ammontare di 100 miliardi di euro.

La clamorosa sentenza della Corte Costituzionale sul bilancio tedesco, che impone la contabilizzazione ex post degli impegni di credito, sembra aver stordito una classe politica già ossessionata da tempo dal fantasma del debito. Alla ricerca di 17 miliardi di euro di risparmi entro il 2024, la coalizione ha iniziato ad apportare timidi tagli ai sussidi per i combustibili fossili – circa 60 miliardi di euro all’anno – in linea con il contratto di governo.
Malcontento sociale

Allo stesso tempo, con un ampio sostegno da parte dell’opinione pubblica, gli agricoltori hanno organizzato delle manifestazioni per protestare contro il taglio dei sussidi al gasolio. In un contesto di malcontento salariale, è probabile che il movimento si diffonda. Una nuova manifestazione è prevista per la seconda settimana di gennaio. Il partito FDP del Bundestag – il partito da cui proviene il ministro delle Finanze Christian Lindner – ha posto il veto su qualsiasi aumento delle bollette degli agricoltori. Gli economisti vedono queste proteste come un risveglio delle lobby speciali.

La  popolazione inizia a non capire più il perchè delle politiche ambientaliste estreme che colpiscono l’infrastruttura produttiva, ma ancora non capisce come misure tipo il freno al debito siano state devastanti nel medio – lungo periodo. Però le cose cambiano e solo superando la demagogia verde-liberale, alleate in questa campagna di distruzione dell’economia tedesca, la Germania potrà rinascere. Altrimenti sarà solo un doloroso cammino verso la decandenza sempre più rapida.


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