Attualità
LA DITTATURA NASCE A VILLA PAMPHILI
Ieri sono state lanciate le linee guida della prossima dittatura che governerà l’Italia, ma, al contrario di quanto accadde in passato, questo non è avvenuto nel buio di qualche caserma sud americana, fra militari, ma alla luce del sole, nel lussuoso sfondo di Villa Doria Pamphili.
Bastava sentire i discorsi dei vari Sassoli e Von Der Leyen per capire che ieri l’Italia, per mezzo del presidente del Consiglio Conte, ha completamente ceduto la propria sovranità, obbligandosi ad applicare una serie di politiche europee inutili, se non dannose, senza neanche discuterle in modo approfondito, pur di veder confermato il potere di una classe dirigente fallimentare, sciocca, incapace e venduta.
Di cosa si è parlato? La Commissione fornirà risorse con il Recovery Fund, ma come confermato, le risorse saranno comunque in tempo debito, cioè metà 2021, e comunque estremamente condizionali, praticamente sotto dettatura del suo utilizzo. Come spiegato dai relatori:
- le risorse sono finalizzate a politiche europee estremamente vincolanti, come i famosi investimenti “Green Deal”;
- le risorse sono “Soldi Pubblici” , quindi devono essere spese in modo effciente;
- la Commissione ha tutto il diritto quindi di controllarne la destinazione e l’efficienza della spesa.
Potremmo già contestare il fatto che questi “Soldi Pubblici” sono in realtà soldi degli italiani, ottenuti da tasse pagate dagli italiani allo Stato italiano, quindi in modo indiretto, oppure direttamente con le future tasse su carburanti, energia non green, dazi alle importazioni o tasse e tassette varie in discussione ora. Quindi questi soldi sono “Finalizzati”, su cui il Parlamento italiano non potrà dire nulla. Non solo: oggi questo piano di investimenti viiene presentato agli “Stakeholder”, pessimo neologismo per indicare le parti sociali. Ed il Parlamento? La Camera? Il Senato? Tutto ciò che è espressione del gioco politico democratico viene ignorata e cancellata.
Per questo possiamo parlare, senza nessun problema di una seria contestazione, di fine della democrazia e di vittoria della Dittatura, anzi, proprio per questo accenno agli “Stakeholder”, potremmo specificare “Dittatura corporativa”. Come ogni buona Dittatura questa affianca all’uso disinvolto delle Forze dell’ordine, come accade con l’applicazione dei DPCM, anche delle squadracce di polizia politica, solo che queste spesso risiedono nelle redazioni dei giornali o pontificano in televisione, ma comunque non risparmiano manganellate ai diritti di cronaca ed alla verità.
Il fato è ironico, perchè la distruzione della democrazia e la nascita della Dittatura sono figlie di un Partito che si chiama “Democratico”, e di un movimento nato per instaurare addirittura la Democrazia diretta. Il primo troppo attaccato al potere per poter applicare la democrazia, il secondo ormai autodistrutto ed in piena crisi di autocontestazione. Una fine triste, molto triste, per la Democrazia, a cui gli italiani, impauriti, battuti e piegati, assistono come meri spettatori.
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