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La crisi energetica italiana potrebbe costare lo 0,7% al PIL nel 2022: ecco come gli investitori possono costruire un portafoglio

Il conflitto russo-ucraino, scoppiato a fine febbraio, si sta ripercuotendo sulle economie europee, in particolare l’Italia ha visto scoppiare un boom di prezzi record dell’energia elettrica e del gas

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Il conflitto russo-ucraino, scoppiato a fine febbraio, si sta ripercuotendo sulle economie europee. Una nuova emergenza, dopo quella dovuta dalla pandemia da Covid 19, che si è affacciata rapida e dirompente. L’Italia ha visto scoppiare un boom di prezzi record dell’energia elettrica e del gas. Un aumento dei costi sproporzionato, causato dalla sua dipendenza dalle forniture di gas con la Russia.

I rischi economici nell’Eurozona

A seguito dell’aggressione di Putin, gli Stati Uniti e altre nazioni occidentali hanno preso di mira Mosca con sanzioni dure e senza precedenti. Hanno espulso le principali banche russe dal sistema di pagamento internazionale Swift, limitato le esportazioni di alta tecnologia in Russia e ridotto drasticamente l’uso delle loro riserve di valuta estera. L’economia europea, con una forte dipendenza dall’energia dalla Russia, con quasi il 40% per il suo gas naturale e per il 25% del suo petrolio, è ora particolarmente a rischio. La guerra in Ucraina e il feroce contraccolpo finanziario che si è scatenato, non solo sta iniziando a devastare l’economia di Mosca, ma anche dell’intero pianeta. Mentre le finanze globali erano già sotto pressione prima dell’attacco, ora le ripercussioni delle sanzioni stanno scuotendo i mercati e incidendo sull’inflazione, soprattutto dal settore energetico.

La crisi del prezzo del gas alimenta un’inflazione più alta e porta in aumento le bollette, con il risultato che le famiglie hanno meno soldi da spendere. Nell’Eurozona si prevede un’inflazione del 6% nel mese corrente, la più alta degli ultimi due decenni. Ed anche la media annuale completa, dicono gli analisti, supererà il 5%, più del doppio dell’obiettivo del 2% fissato dalla Banca centrale europea (BCE).Un’impennata che sta costringendo i governi a introdurre misure speciali di emergenza con lo scopo di contenere le conseguenze per i clienti finali.

L’economia italiana

Lo scoppio della guerra ha creato tensioni sui mercati delle materie prime, già colpiti dalla crisi pandemica. Un riflesso che si materializza in uno shock nei prezzi medi non indifferente: il gas, tra il 24 febbraio e il 9 marzo, rispetto alle settimane precedenti, è salito del 106%, facendo aumentare anche l’energia elettrica, mentre il petrolio è aumentato del 22%. E poi ci sono le conseguenze anche per i reparti non-energetici, come il frumento (+48%), il mais (+16%), il legno (+21%) e di alcuni metalli, tra cui citiamo il nichel (+40%), l’acciaio (+17%) e l’alluminio (+15%). La cinghia si stringe e rallenta la crescita economica. Di conseguenza, è inevitabile un incremento dell’inflazione che può oscillare fra il +0,8% e il +1,8% e, a seconda della durata e l’intensità del conflitto, uno scenario che vedrebbe il PIL frenarsi dello 0,7% quest’anno e dello 0,8% nel 2023.

(Image: Tradingeconomics.com)

La situazione finanziaria

Il contraccolpo dell’economia fa reagire anche le Borse che accusano le tensioni legate alla guerra in Ucraina. Quella cinese è crollata per timore delle sanzioni a causa dei suoi legami con la Russia ed ha influenzato anche le altre Borse asiatiche. Oscillano, ma rimangono per ora caute quelle di Tokyo, Seul e Sidney. In calo, invece, anche le principali Borse europee con l’attesa di una stretta monetaria da parte della Fed, pronta ad annunciare un rialzo dei tassi per cercare di contenere un’inflazione che sta impennando.

(Image: PricePedia.it)

Come si devono quindi comportare gli investitori di fronte a questo quadro non certo entusiasmante?

Dove investire in tempi di guerra, alcuni consigli

Maxim Manturov, Responsabile della consulenza sugli investimenti presso la Freedom Finance Europe, afferma che: “Le azioni sono state tradizionalmente viste come una copertura contro l’inflazione perché ci si aspetta che le aziende possano essere in grado di compensare l’aumento dei costi dei fattori produttivi, applicando prezzi più elevati per i loro prodotti e servizi. In questo contesto, la maggior parte delle aziende dovrebbe mostrare una crescita dei ricavi e dei profitti insieme all’aumento dell’inflazione.

In periodi di alta inflazione, gli investitori possono prendere in considerazione una maggiore allocazione alle azioni nei loro portafogli. Poiché da tempo si prevedeva l’aumento dell’inflazione e molte attività l’hanno “calcolata” nelle loro valutazioni, è possibile che questa si stia già avvicinando al suo picco. L’inflazione è aumentata notevolmente a causa della forte domanda dei consumatori e della continua carenza di manodopera e di offerta”.

Ci sono alcune avvertenze da prendere in considerazione questo momento storico. E’ importante, prima di iniziare a investire, non farsi prendere dal panico del momento, diversificare il portafoglio e capire per quanto tempo si possono tenere i soldi fermi in azioni o obbligazioni. E poi, non investire gli interi risparmi a senso unico, quindi in una sola azione e in un solo mercato, ma ripartire su più listini, seguendo i consigli degli esperti.

Ad esempio, conviene puntare più sulla Borsa americana più propensa a reggere meglio l’attuale scenario, anche se più cara. Meglio ridimensionare i titoli del settore bancario a favore di altri come quelli della difesa, industriali, sanitari o di consumo. Mentre per quanto riguarda i titoli energetici, dopo il prezzo in rialzo del petrolio, ci sono diverse società energetiche globali che potrebbero avvantaggiarsi della situazione e aumentare i profitti. Inoltre, differenziare significa anche investire in piccola parte anche in oro, che è da sempre un rifugio sicuro, e che si può facilmente acquistare anche tramite i trading online.

 


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