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Economia

La commissione vuole rendere piu flessibile la PAC senza stravolgerla

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Il responsabile dell’agricoltura dell’UE, Christophe Hansen, ha promesso martedì di difendere la struttura della Politica agricola comune (PAC), mentre la Commissione europea valuta una riforma del bilancio che potrebbe rimodellare una delle più antiche e importanti politiche dell’Unione.

Sebbene l’attenzione ufficiale dell’incontro informale dei ministri dell’agricoltura a Varsavia fosse rivolta al rinnovamento generazionale, il dibattito si è rapidamente spostato sulle imminenti riforme del bilancio settennale dell’UE e sulla proposta della PAC. “È importante mantenere la cassetta degli attrezzi, compresi il primo e il secondo pilastro”, ha affermato Hansen martedì dopo le discussioni. Secondo alcune bozze visionate la commissione sta pensando a dotare la nuova Pc di maggiore flessibilità sulle condizionalità per accedere ai sussidi agricoli, ad un aumento del tetto di aiuti forfettari per i piccoli agricoltori e a pagamenti più rapidi a quelli colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, come inondazioni e siccità.

Attualmente, la PAC è suddivisa tra pagamenti diretti per gli agricoltori (primo pilastro) e fondi per lo sviluppo rurale (secondo pilastro), volti a rafforzare la sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle aree rurali. La Commissione sta valutando la possibilità di unire i fondi della PAC alla politica di coesione e di collegarli alle riforme nazionali, una mossa che molti temono possa significare la fine di un fondo dedicato allo sviluppo rurale.

Hansen, parlando a titolo personale, ha sostenuto che la PAC garantisce la sicurezza alimentare da due decenni e ha sottolineato che le attuali sfide nel settore agroalimentare sono ancora più urgenti, motivo per cui, ha affermato, è essenziale mantenere la struttura attuale.

Un alto funzionario dell’UE ha osservato che, per gli agricoltori, i pagamenti del primo pilastro della PAC “li aiutano a restare a galla”, mentre i finanziamenti del secondo pilastro stimolano gli investimenti nella sostenibilità e nell’innovazione. Non è chiaro se queste preoccupazioni stiano prendendo piede all’interno del Berlaymont, in particolare presso il Commissario al Bilancio Piotr Serafin. Serafin ha recentemente dichiarato ai rappresentanti dell’agricoltura, durante una protesta a Bruxelles, che “un fondo unico potrebbe essere un’opportunità per semplificare le regole”, e ha osservato che il “vero problema” è lo sviluppo rurale.

 

I ministri dell’agricoltura, in una comunicazione congiunta hanno sottolineato che la nuova PAC, che secondo la Commissione dovrebbe essere presentata insieme al bilancio a metà luglio, dovrà restare autonoma dalle altre politiche e mantenere due pilastri chiari: i pagamenti diretti agli agricoltori e lo sviluppo rurale. La ministra dell’agricoltura francese Annie Genevard ha definito l’idea di fondere la PAC con i fondi di coesione una mossa “molto dannosa” che potrebbe portare alla rinazionalizzazione di quella che dovrebbe essere una politica comune. “Ci sembra che l’organizzazione a due pilastri abbia dimostrato il suo valore e debba essere mantenuta”, ha affermato.

«Abbiamo riportato l’agricoltura al centro delle nostre politiche, riconoscendola come un settore strategico e destinando 11 miliardi di euro per favorire modernizzazione e innovazione. Sosteniamo con forza l’importanza di una Politica Agricola Comune (PAC) e investiamo sul ricambio generazionale, perché la passione da sola non basta: servono redditi adeguati e una formazione mirata. Tutte le professioni legate al mondo agricolo svolgono un ruolo essenziale. Ogni figura contribuisce con competenza a tutelare, garantire, assistere e produrre, rafforzando il settore e assicurandone la crescita». Ha affermato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto ieri al convegno “La Visione Europea per l’agricoltura e l’alimentazione post 2027″.

Secondo alcune fonti interne alla commissione, anche la Germania vorrebbe che la PAC rimanga “un’area politica indipendente”, di cui lo sviluppo rurale sia parte integrante. La Commissione propone di allentare le Buone Condizioni Agricole e Ambientali (BCAA), pilastro della condizionalità ambientale della PAC. Le BCAA 1, che tutelano i prati permanenti, consentirebbero una riduzione fino al 10% rispetto al livello di riferimento del 2018, un netto miglioramento rispetto all’attuale soglia del 5%.  L’esecutivo dell’UE giustifica questa necessità come necessaria per affrontare i “cambiamenti strutturali” nelle aziende agricole, in particolare nel settore zootecnico. 

La norma BCAA 2, che limita le pratiche agricole a protezione delle zone umide e delle torbiere – cruciali pozzi di carbonio – viene mantenuta. Tuttavia, la Commissione riconosce che questa misura è stata particolarmente costosa per alcuni paesi – probabilmente alludendo all’Irlanda , dove gli agricoltori stanno facendo forti pressioni per ottenere esenzioni – e consentirà ai paesi di compensare gli agricoltori colpiti dalla norma. 

Per quanto riguarda la condizione volta a proteggere le acque dall’inquinamento causato da pesticidi e fertilizzanti, GAEC 4, la Commissione concede agli Stati membri ulteriore flessibilità nella definizione dei corsi d’acqua, purché la definizione sia in linea con l’obiettivo dichiarato. 

Nel frattempo, il ministro dell’Agricoltura polacco Czesław Siekierski ha riconosciuto la stretta di bilancio, in particolare per quanto riguarda la spesa per la difesa, ma ha chiarito che i ministri restano fermamente favorevoli a una dotazione finanziaria dedicata per una PAC a due pilastri.“Una PAC forte è decisiva per la sicurezza alimentare”, ha affermato Siekierski.

Per quanto riguarda la PAC post-2027, Siekierski ha accolto con favore il recente pacchetto di ” semplificazione,  che prevede di eliminare due disposizioni legislative che impongono agli Stati membri di allineare i piani strategici della PAC alle nuove normative in materia di clima e ambiente. La giustificazione: “garantire la stabilità” del quadro giuridico fino alla conclusione dell’attuale ciclo della politica, nel 2027.  A livello interno, la decisione ha scatenato un dibattito tra il gabinetto del commissario per l’agricoltura e la direzione generale dell’agricoltura (DG AGRI).

 

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