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Conti pubblici

La Commissione Europea promuove i conti pubblici italiani

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La Commissione europea ha riconosciuto i progressi dell’Italia nella gestione dei conti pubblici. Il deficit è previsto in calo dal 7,2% del PIL nel 2023 al 3,4% nel 2024, avvicinandosi alla soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e crescita. Questo miglioramento ha portato alla sospensione della procedura per disavanzo eccessivo, evitando l’imposizione di ulteriori misure correttive.
Tuttavia, Bruxelles sottolinea che le finanze pubbliche italiane presentano ancora “squilibri”, in particolare a causa dell’alto debito e della bassa produttività. Si evidenziano criticità nel mercato del lavoro, con un invito a promuovere salari adeguati, migliorare la qualità dell’occupazione e ridurre la frammentazione contrattuale.

Nonostante l’Italia abbia mantenuto la spesa per la difesa all’1,3% del PIL nel 2024 e 2025, in linea con le previsioni, la Commissione europea raccomanda un rafforzamento della spesa complessiva per la difesa e la prontezza operativa, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del marzo scorso . Questo invito si inserisce nel contesto del piano “ReArm Europe”, che mira a potenziare le capacità militari dell’Unione europea.

Nella procedura per disavanzo eccessivo avviata sul Paese, Bruxelles certifica che “non sono necessarie ulteriori misure”. Non si chiedono interventi correttivi sui conti, insomma, ma nelle more delle raccomandazioni della Commissione al Paese e del documento tecnico di accompagnamento spunta persino un ‘tesoretto’ teorico per la spesa che vale oltre 4 miliardi. La crescita della spesa monitorata dal Patto di stabilità nel conteggio 2024-2025 dovrebbe essere circa lo 0,4% in meno rispetto a quanto chiesto all’Italia per il Piano strutturale di bilancio: a spanne uno 0,2% del Pil che potrà dare più margine di movimento se servirà nei cinque anni successivi del Psb. “Per quanto riguarda gli Stati membri sottoposti a procedura per disavanzi eccessivi (Edp), la Commissione Europea ritiene che per Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia non sia necessario adottare ulteriori misure nell’ambito della Edp in questa fase”. Si legge nel comunicato della Commissione europea.

“La crescita della spesa netta è destinata a essere marginalmente al di sotto del tasso di crescita massimo raccomandato”, sottolinea l’esecutivo Ue. Il disavanzo dell’Italia si conferma in calo (dal 7,2% del Pil nel 2023 al 3,4% nel 2024) e l’andamento dei conti rispetta i paletti Ue.

Quella della Commissione europea è la seconda promozione in pochi giorni per le politiche italiane in termini di finanza pubblica dopo quella del Fondo monetario internazionale. Anche in quel caso era stato riconosciuto al nostro Paese un percorso virtuoso di riduzione del deficit, che nel 2024 si è dimezzato. E segue anche le promozioni delle principali agenzie di rating sul debito arrivate nelle scorse settimane.

Buona parte di questi risultati sono dovuti all’operato del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che sembra avere siglato un patto di ferro con la premier sulla tenuta dei conti pubblici, che ha spinto per limitare la spesa pubblica al minimo indispensabile anche a costo di inimicarsi i propri alleati di Governo e il suo stesso partito, la Lega.

Nell’ultima legge finanziaria, l’esecutivo ha rinunciato a molte delle promesse elettorali pur di mantenere i conti in ordine. Il taglio del cuneo fiscale è stato soltanto confermato, e non ampliato significativamente. La riforma delle pensioni è stata esclusa e varie misure di flessibilità che attenuavano i parametri della legge Fornero sono state eliminate o molto ridotte.


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