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La Cina non crede nella possibilità di risposta militare di Taiwan a un attacco

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La Cina considera la minaccia dei nuovi missili messi in campo da Taiwan come secondaria e inadatta ad una reale ritorsione a un attacco cinese, secondo una rivista militare cinese, riportata dal SCMP
Il missile, una variante a lungo raggio del missile Hsiung Feng IIE, può colpire la Cina continentale orientale, meridionale e centrale. Tuttavia, in un articolo pubblicato sul numero di fine novembre di Ordinance Industry Science Technology si legge che le dimensioni relativamente grandi, la velocità subsonica e la mancanza di tecnologia stealth rendono l’arma vulnerabile al rilevamento.

La variante del missile da crociera per l’attacco terrestre, denominata Hsiung Sheng, ha una gittata dichiarata fino a 1.200 km (746 miglia) ed è una componente chiave dell’arsenale di Taiwan che consentirebbe alle sue forze armate di attaccare più in profondità la Cina continentale.
Secono la rivista militare cinese il missile “può essere facilmente rilevato, tracciato e monitorato da sistemi radar antiaerei moderni, sensibili e precisi”, si legge nell’articolo. L’articolo sostiene inoltre che l’esercito taiwanese ha capacità limitate nella ricognizione e nella guida dei missili a medio raggio, il che renderebbe l’Hsiung Sheng meno preciso e più soggetto a interferenze.

Pechino, che considera Taiwan una provincia che deve essere riunita alla Cina continentale, non ha mai rinunciato all’uso della forza per conquistare l’isola autogovernata. La maggior parte dei Paesi non considera Taiwan uno Stato indipendente, ma molti, tra cui gli Stati Uniti, si oppongono a qualsiasi tentativo di Pechino di conquistarla con la forza.
Negli ultimi anni l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), le forze armate della Cina continentale, ha organizzato importanti esercitazioni nei pressi di Taiwan e invia regolarmente aerei da guerra e navi militari in missione vicino all’isola.

L’autore dell’articolo, che scrive con il nome di “Yi Qing”, ha anche affermato che il missile Hsiung Sheng è stato gestito dalla Brigata 791 con sede a Taoyuan e a New Taipei City. Il comando di difesa aerea e missilistica delle forze aeree taiwanesi aveva già postato su Facebook delle foto che mostravano le truppe della brigata con in mano le loro insegne, che raffigurano un missile da crociera.

Supposizioni pericolose

Ad agosto, il quotidiano taiwanese United Daily News ha pubblicato un video di un test missilistico che, a suo dire, coinvolgeva l’Hsiung Sheng. L’esercito taiwanese non ha voluto confermare quale missile sia stato testato.
In un rapporto presentato alla legislatura di Taiwan nel 2022, il ministero della Difesa dell’isola ha affermato che il missile potrebbe trasportare due testate: una ad alto esplosivo per colpire centri di comando e rifugi e una a dispersione che può attaccare i campi di aviazione. Si tratterebbe quindi dell’arma perfetta di ritorsione e di contrattacco nel caso di tentativo di invasione dell’isola da parte cinese.

In realtà il programma missilistico di Taiwan è coperto dal segreto più stretto e se ne sa pochissimo, e solo dalle fonti legate ai dati finanziari. Il programma di sviluppo e produzione è previsto sino al 2026, Si sa che nel 2022 laa capacità produttiva dei missili, limitata a poche centinaia all’anno, è stata aumentata con forti investimenti statali. Possiamo quindi ragionevolmente pensare che ci siano già molte centinaia di missili negli arsenali di Taiper e che centinaia se non migliaia, si aggiungeranno sino al 2026. 548 milioni di dollari sono stati stanziati solo per lo Hsiung Sheng. 

Un paese attento come Taiwan difficilmente ha investito cifre così elevate in un’arma che è inefficace, inoltre un alto numero di missili in magazzino sarebbe coerente con una serie di attacchi di saturazione utili comunque a superare le difese antimissile cinesi. Questi articoli sembrano più che altro destinate sia al front einterno cinese, per rafforzare il morale in un momento di sconvolgimenti nelle forze missilistiche cinesi. Inoltre esercitano pressioni politiche sulle autorità di Taipei nele settimane che precedono le importanti elezioni politiche locali.


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