Euro crisis
Analisi. La “Bufala” della Ripresa Europea: l’Eurozona resta l’area piu’ “fiacca” nel Globo
Ultimamente, e’ un gran tam tam da parte di Statisti Europei, Media ed Istituti previsionali: si parla di “Ripresa nell’Eurozona”. Al tempo stesso si leggono articoli critici sulla ripresa del Giappone e dubbi su quella USA. Ma e’ proprio vero?
Prendiamo l’Indicatore per eccellenza dell’economia reale, quello della CRESCITA ANNUA DEL PIL, e vediamo che cosa e’ accaduto negli ultimi 9 trimestri; si nota che:
- Stati Uniti: hanno avuto una crescita del 2,3% nel periodo considerato e sono in fase di accelerazione
- Giappone: hanno avuto una crescita del 1,4% nel periodo considerato e sono in fase di accelerazione
- Paesi UE senza l’Euro: hanno avuto una crescita del 1,0% nel periodo considerato e sono in fase di accelerazione
- Paesi dell’Eurozona: hanno avuto una andamento pari a -0,4% nel periodo considerato ed annaspano a fine 2013 su qualche decimale di crescita, dopo 7 trimestri negativi
In estrema sintesi, abbiamo un MONDO a 3 velocita’: gli Emergenti che viaggiano su crescite medie del 5%, i paesi avanzati senza l’Euro (USA, Giappone, UK, etc) in ripresa e con crescite apprezzabili, l’Eurozona disastrata con l’andamento del PIL nettamente piu’ depresso su scala planetaria.
Prendiamo ora LA DIFFERENZA DI VARIAZIONE ANNUA DEL PIL RISPETTO AGLI USA, e vediamo che cosa e’ accaduto negli ultimi 9 trimestri; si nota che:
- Giappone: questa nazione, per 20 anni, ha avuto crescite del PIL medie poco sopra lo zero, ed a lungo e’ stato il paese a minor crescita tra quelli avanzati. Tra 2008 e meta’ 2012 ha avuto andamenti altalenanti con crolli repentini e crescite conseguenti (a causa prima della crisi del 2008 e poi del terremoto). Nella seconda meta’ del 2012, il Giappone era tornato agli andamenti del periodo 1990-2008, vale a dire ad una crescita strutturalmente del 2% circa minore rispetto agli USA. Con la tanto vituperata Abenomics, piaccia o non piaccia, la crescita annua Giapponese da 3 trimestri s’e’ riallineata a quella degli USA, cosa che non s’era vista da 20 anni (salvo brevi momenti nei cambi repentini sopra descritti); confesso che mi stupisce, e non poco, leggere spesso articoli sul Giappone, estremanete critici, che omettono un minimo di analisi macroeconomica obiettiva degli indicatori economici fondamentali.
- Paesi UE senza l’Euro: anche per queste nazioni, si nota un riallineamento alle crescite del USA negli ultimi 4 trimestri. Nonostante confinino col “buco nero” dell’Eurozona, marciano decisi. Ovviamente, anche se non riportanto nello studio, vi confermiamo che anche le altre nazioni avanzate europee fuori dalla UE (Svizzera, Norvegia, etc) hanno andamenti analoghi.
- Paesi dell’Eurozona: si nota una crescita strutturalmente inferiore agli USA con picchi nel 2012 vicini al 4% del PIL, che e’ una cifra semplicemente pazzesca nel confronto tra aree avanzate. Anche negli ultimi trimestri del 2013, la crescita del PIL dell’Eurozona e’ inferiore a quella di USA (Giappone e paesi avanzati senza l’Euro) di oltre 2 punti di PIL, che e’ semplicemente un’enormita’, e da’ il segnale di un impoverimento dell’Eurozona negli ultimi anni di proporzioni gigantesche.
In estrema sintesi, l’Eurozona non e’ affatto in ripresa, visto che ha crescite del PIL, anche a fine 2013, inferiori di oltre il 2% rispetto al resto del mondo avanzato. I confronti assoluti ci dicono che il PIL dell’Eurozona e’ tornato col segno +, ma e’ evidente che la cosa e’ indotta, ed al tempo stesso il resto del mondo avanzato (e non), europeo ed extra-europeo, cresce a ritmi incomparabili. Semplicemente l’Eurozona si sta impoverendo in termini relativi ad una rapidita’ epocale, altro che ripresa. Negli ultimi 3 anni, l’Eurozona ha perso quasi 7 punti di PIL sugli USA, e 4-5 su Giappone e resto dell’Europa Occidentale che non adodotta l’Euro. E’ quindi del tutto evidente che l’Eurozona ha dei problemi che non riesce a gestire con altrettanta efficacia del resto del mondo.
GPG
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