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La bancarotta di Detroit: analisi e confronti.

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Detroit è in bancarotta. La notizia del fallimento di una (ex) grande città americana, evento di importanza ben superiore rispetto a quello della città di San Bernardino (Ca), della Boise County (IH) o della Jefferson County (AL) . La maggior gravità del fallimento di Detroit deriva non solo dalle dimensioni  globali del debito, ma anche dall’origine strutturale del debito: mentre negli altri casi l’elemento scatenante la crisi è stato un evento negativo limitato, quali gravi errori nella gestione del debito o degli investimenti, nel caso di Detroit invece le cause sono strutturali ed insite nell’evoluzione stessa della città.

Vediamone i punti chiave della bancarotta della città e cerchiamo di capire se questi possono essere di insegnamento anche per le nostre città:

a) CALO DEMOGRAFICO. la città è passata da avere 1.849.000 abitanti nel 1950 a poco più di 700.000 oggi. Praticamente la città ha avuto una riduzione di due terzi degli abitanti.  Per dare un’idea di massima in Italia sia Genova sia Toroino stanno seguendo un’evoluzione simile, anche se, per fortuna, meno accentuata. Perchè gli abitanti sono calati in modo così sensibile ?

b) LA CITTA’ HA SCOMMESSO TUTTO SU UN SINGOLO SETTORE INDUSTRIALE: Detroit era la città delle auto, sede delle tre major del settore automobilistico e di gran parte degli impianti produttivi. A partire dagli anni cinquanta però le case produttrici hanno decentrato prima in altre città degli USA;quindi all’estero. Perso il suo cuore produttivo la città ha perso posti di lavoro ed identità, come  ha mostrato nello splendido “Gran Torino” Clint Eastwood. La crisi del 2007  ha dato un colpo fatale alla città perchè le aziende, salvatesi grazie agli aiuti di stato, non hanno riperto gli impianti in città, se non in minima parte.  Qualsiasi confronto con Torino e la Fiat è naturale.

c) LA CITTA’ HA UN TASSO DI CRIMINALITA’ ELEVATO ED UN’ALTA INEFFICIENZA DEI SERVIZI PUBBLICI. La città è la seconda poiù pericolosa degli Stati Uniti, con un tasso di omicidi pari a 54 ogni 100.000 abitanti. (Napoli 3,3  omicidi per 100.000 abitanti, Milano 1,7). Ancora più grave però è l’inefficienza, o l’inesistenza, dei servizi pubblici. Se chiamate la polizia a detroit, ci vogliono in media 58 minuti prima di vedere una pattuglia , contro gli 11 minuti medi nazionali USA, mentre il tasso di crimini risolti in città è solo del 8,7%, contro il 30% dello stato del Michigan di cui fa parte. Con una situazione di insicurezza simile, per quanto leggermente migliorata negli ultimi anni, non c’è dubbio che chi può se ne vada dalla città. Questo ha profondamente modificato anche il profilo razziale della città: mentre sino agli anni ottanta era una città divisa , di forti contrasti fra componente bianca e di colore, ora l’ottanta per cento degli abitanti è di colore. A fianco della polizia, anche gli altri servizi pubblici latitano: solo il 33% delle ambulanze è in servizio, mentre il 40% dei punti luce pubblici è in avaria.

d) 78.000 EDIFICI SONO ABBANDONATI IN CITTA’. Ci sono aree, anche centrali, con oltre il 50% degli edifici non più abitati. il prezzo degli stessi è crollato, e gli edifici non abitati non generano tasse nè ricchezza. La mappa sottostante indica come alcune delle aree più colpite sono in zone centrali della città.detroit decadenza

 

e) LA CITTA’ HA UN ALTO TASSO DI DISOCCUPAZIONE: la città ha un tasso di disoccupazione del 18%.  Questa disoccupazione è dovuta SOLO alla crisi del settore automobilistico ? No: alcuni impianti hanno riaperto, riassumendo, ed  altre città, come Seattle negli anni ottanta, hanno colto la crisi del settore trainante come un’occasione per sviluppare industrie alternative. Purtroppo il 50% dei disoccupati di Detroit non è neppure in grado di leggere in modo sufficientemente corretto, per cui non è qualificato neanche per i lavori da “Blue Collar”. Senza educazione non vi è lavoro.

 

f) LA CITTA’ HA TAGLIATO SUGLI INVESTIMENTI, PEGGIORANDO LA PROPRIA SITUAZIONE. Quando la crisi finanziaria ha iniziato a sentirsi la città non ha tagliato le spese improduttive, ma gli investimenti. Questo ha fatto si che i servizi pubblici fossero meno efficiente e molto più costosi della media delle città americane. Una cattiva politica di tagli (Stile quella Italiana) viene a portare al disastro nel medio periodo.

 

g) LA CITTA’ HA UN NUMERO DI DIPENDENTI ECCESSIVO RISPETTO AL NUMERO DEGLI ABITANTI: nel  2011 la città aveva 12.000 dipendenti, uno ogni 55 abitanti, contro  uno ogni 115 abitanti di Indianapolis, città di dimensioni simili. Se non sbaglio uno ogni 55 abitanti è anche la percentuale di dipendenti pubblici della regione Sicilia.

 

h) LA CITTA’ HA UN NUMERO DI PENSIONATI ECCESSIVO. In america i fondi pensione pubblici sono pagati dalle città stesse. In questo caso le pensioni degli ex dipendenti della città di Detroit sono pagati dalla città stessa. La crisi demografica ha reso questi trasferimenti intollerabili. Non è un caso che i primi due creditori della città sono i fondi pensione dei dipendenti pubblici e della polizia. Nonostante la nomina di un commissario ad hoc non si è stati in grado di giungere ad un accordo con i gestori di questi fondi pensione per ridurre i trasferimenti, per cui la città è andata in bancarotta (Chapter 9), procedura che le permette di ridiscutere i trasferimenti stessi. Non è un caso che i gestori dei fondi pensione si siano opposti alla dichiarazione dello stato di insolvenza, che ridurrebbe notevolmente i trasferimenti e quindi le prestazioni per i pensionati. Questo insegna che qualsiasi prestazione di sicurezza sociale necessita il supporto del sistema produttivo e la coerenza con l’andamento demografico.

 

i) LA DECADENZA MORALE: la città ha avuto anche episodi eclatanti di corruzione e malversazione. Basti ricordare che il precedente sindaco,  il democratico Kwame Kilckpatrick, è stato arrestato a  marzo per 24 reati federali, fra cui racket, estorsione, evasione fiscale  e corruzione. Già nel 2008 il sindaco era stato condannato per altre imputazioni penali. 

 

Buona fortuna a Detroit, che dovrà riformarsi fortemente per poter tornare a galla. Per i lettori italiani: non vedete qualche parallelismo con diverse nostre realtà ?

 


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