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Krugman contro MMT.

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Non capita tutti i giorni di veder parlare di MMT su un giornale ultraliberista come Bloomberg e che questo avvenga in un faccia a faccia con Paul Krugman, noto economista e premio Nobel, ma anche questo è successo e possiamo vederlo, da un certo punto di vista, come un’accettazione di una teoria economica sinora tenuta in secondo piano.

Per chi lo desidera e il link all’articolo completo è qui presente. A rispondere alle pressanti domande di Krugman è stata Stephanie Kelton che insegna Politica Economica in California, ex responsabile del Budget Office del Senato USA e una delle maggiori contributrici alla Modern Monetary Theory.

La base che lei coglie nelle osservazioni di Krugman contro la MMT sono la seguenti:

  1. deficit pubblici più alti conducono ad un aumento degli interessi;
  2. l’aumento degli stessi viene a spiazzare gli investimenti privati.

Si tratta di osservazioni a cui ben oltre venti anni fa rispose anche  William Vickrey. Comunque il problema base è il seguente: la MMT vuole la piena occupazione, ma Krugman non crrede che esista un livello di deficit che permette questo obiettivo. La Kelton risponde che non esiste un livello unico di deficit che può portare alla piena occupazione, perchè questo viene a dipendere, ovviamente, dal comportamento dei consumatori, per cui si può avere una piena occupazione con un diverso livello di deficit. Questo è intuitivo ed è anche alla base delle attuali difficoltà con l’euro: ci sono sistemi economici in cui i consumatori si comportano in modo più “Chiuso” agli apporti dall’esterno ed anche in modo più sensibile alle stimolazioni fiscali, altri in cui il comportamento dei consumatori porta più rapidamente al una variazione della bilancia commerciale oppure in cui la risposta agli stimoli fiscali è differente, per cui il livello di deficit necessario alla piena occupazione è diverso, elemento che è sfuggito quando fu creata a moneta unica.

Altro elemento è se sia possibile sostituire una politica fiscale con quella monetaria e la Kelton risponde di no, come del resto si può vedere in Europa, dove una politica puramente monetaria non ha risolto i problemi di integrazione. Ci sono fattori di spill-over degli effetti monetari, inoltre  il fatto che lo stimolo venga dato attraverso il canale di trasmissione del sistema bancario ne tarpa gli effetti espansivi. Sarebbe interessante vedere l’effetto di un Helicopter money a livello retail, in cui la Banca Centrale giungesse a fornire risorse finanziarie direttamente retail, ma siamo ad un livello troppo  avanzato.

La Keller poi afferma che i deficit abbasserebbero, non aumenterebbero, gli interessi per il settore privato, perchè le risorse pompate nel sistema economico migliorerebbero i bilanci bancari permettendo un abbassamento dei tassi. Vickrey, se fosse ancora vivo, direbbe che i deficit non non produrrebbero l’effetto spiazzamento degli investimenti privati, in quanto questi non avvengono tanto in funzione del tasso di interessi, ma della profittabilità degli stessi che verrebbe migliorata dalla politica espansiva.

Alla base c’è il fatto che la struttura tradizionale delle curve IS-LM indicate da Krugman sono contestate dal MMT, perchè create dal John Maynard Keynes per una struttura economica diversa, con i tassi fissi.

Finita la contesa fra le due parti? Assolutamente NO !!  Krugman ha immediatamente risposto tramite twitter:

Una contesa comunque utile perchè approfondisce il tema della politica economica, così importante in questo momento. Si può discutere in modo civile, anche fra economisti, e più questo dibattito avviene in pubblico, maggiore è la crescita culturale che ne può derivare. Vi informeremo sulle successive tappe.

 

 

 

 


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